
Sarà pur vero che a volte si abusa della terminologia inglese, ma quella notizia di una multa da centomila euro vagheggiata da Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e attuale Vicepresidente della Camera dei deputati, speriamo sia davvero un fake.
La lingua italiana si difende in ben altra maniera, e poco importa se – per esempio nel calcio – sentiamo dire mister piuttosto che allenatore e corner invece di calcio d’angolo. E qui abbiamo preso in prestito due termini alla portata di tutti.
Ma non sarebbe meglio studiarla la nostra lingua? Chessò… smettere di litigare coi congiuntivi, abusare della d eufonica, evitare di dire “mi taccio” invece che “taccio”?
Qua c’è una classe politica che se non ci fosse bisognerebbe inventarla, e che puntualmente strappa un sorriso (amaro) quando lancia certi strali.
Centomila euro di multa per l’abuso dei termini usati nella perfida Albione (così restiamo in tema, e chi vuole intendere… capisca) fanno venire al popolo un nervous breakdown mentre ascoltiamo svarioni nella nostra lingua nazionale esternati proprio dalla classe politica.
Sarebbe bello pensare che ognuno è libero di parlare come vuole, e poco dovrebbe interessare a quella stessa classe politica se solo uscisse dalla sua comfort zone e fra un briefing e l’altro provasse a risolvere problemi ben più gravi.
Le tasse,pardon, le tax che stanno riducendo gli italians alla gas barrel.
Massimiliano Morelli
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Un plauso all’autore della articolo che ci ricorda che esiste chi, pur non avendo nulla da dire, apre bocca a sproposito.
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Antonio
Come era la cosa del “fumo della pipa” ?
ah si , chi non ha nulla da dire e fare ci si attacca
ma qualcuno dei “commentatori” e magari pure l’autore , ha letto per intero quanto dichiarato da Rampelli ?
Riporto alcuni stralci :
“La lingua non è di destra né di sinistra. La lingua madre è tutelata da 18 nazioni su 27 in Europa”
È stata fatta troppa mistificazione”, ha sottolineato Rampelli, avvertendo sul “dominio mediatico della sinistra per cui tutti hanno commentato non una proposta analitica ma i commenti, a partire da taluni esponenti del M5S e del Pd”
“Non vogliamo multare nessun cittadino che parli o scriva inglese”
La proposta di legge non nasce oggi dalla presunta arretratezza della destra al governo, ma è stata presentata per la quarta legislatura consecutiva, dopo che nelle precedenti aveva visto un riscontro trasversale e il confronto con i più prestigiosi centri studi e accademie che si occupano della nostra lingua
Il problema “non è quello dell’identità culturale ma sociale, perché la democrazia deve essere accessibile a tutti. Anche a chi non conosce le lingue straniere, come gli anziani, i giovanissimi, chi ha dovuto lasciare gli studi per andare a lavorare”. Una fetta importante di popolazione che non può essere esclusa da una pubblica amministrazione che ha già la pecca di un incomprensibile “burocratese”
Alcuni termini che sono tassativamente usati nel linguaggio francese , fottendosene altamente delle convenzioni “anglofone”
Computer = Ordinateur
Mouse = Souris
Monitor = Écran
Byte = Octet
File = Fichier
Browser = Navigateur
Hard disk = Disque dur
Tablet = Tablette
Reset = Réinitialiser
Font = Police
Video Game = Jeu Vidéo
Floppy disk = Disquette
Password = Mot de passe
Wireless = Sans fil
Upgrade = Mise à jour
Mail = Courier Electronique
Spam = Courier Indésirable
Network = Réseau
Trojan = Cheval de Troie
Wallpaper = Fond d’écran
Screen Saver = Economiseur d’écran
Poi sicuramente ci sarà qualcosa di più importante ed impellente da discutere , se però i presupposti delle eventuali future discussioni nascono dalle mistificazioni o dalla non conoscenza dei fatti ( in italiano , ignoranza ) , si farà poca strada e pure molto sconnessa.
A parte la lite con i congiuntivi (troppo spesso dimenticati) e all’abuso della d eufonica ciò che da fastidio alle orecchie di chi ascolta (ma a volte rende anche difficile la comprensione del discorso) è l’uso scorretto dei tempi verbali, in particolare si fa un uso eccessivo e fuorviante del passato remoto, magari riferendosi a cose accadute nella stessa giornata. Poi spesso si ignora la consecutio temporum per cui capita di sentire frasi tipo: “hai incontrato Tizio, che ti disse?”. Questo purtroppo si ascolta frequentemente in bocca a conduttori e conduttrici televisivi. Altra “perla”? Oramai è diffusissimo l’uso di “roba” e “robe” invece di cosa e cose. Potrei continuare …. ma non voglio tediare gli altri lettori di VCB.