
Michele Chialvo, giornalista autore di un racconto inedito e dei dei due articoli “amarcord” sul quartiere Vigna Clara negli anni 1950 e successivi pubblicati sulla nostra testata e che tanto interesse stanno suscitando, scrive al nostro direttore…
Caro direttore,ti farà sapere piacere che stiamo facendo concorrenza alla De Filippi…
Ok. Ti racconto. Tutto comincia dalla mia passione per la vela e dall’acquisto con la liquidazione di un Dingotto Montisola di cui la rivista Bolina mi ha pubblicato la foto parecchi anni fa. Si era creato un gruppo di amici che mi accompagnavano nelle mie uscite pomeridiane, quando si alza il ponente, e allora mi sono divertito a mettere su una chat che fondamentalmente mi serviva per dire che stavo uscendo ed invitare chi ne avesse voglia e opportunità a seguirmi.
Col tempo è diventata però il luogo di incontro e di scambio di quel gruppo, rimasto in piedi anche dopo che l’estate scorsa la mia Principessa IV l’ho dovuta cedere non avendo intenzione di imbarcarmi (direi che è il termine giusto) in un investimento cospicuo a 75 anni.
Ebbene uno degli amici più giovani di quel gruppo ha avuto la carineria di mettere nella chat il link del mio pezzo sul Tram a Ponte Milvio. Ne è nata una serie di messaggi che hanno portato a scoprire che la consuocera di uno degli amici è la sorella di un compagno di liceo (il Tasso) di uno degli altri. I due compagni si erano persi di vista e forse ora, grazie a VignaClaraBlog.it si ritroveranno. Bello, no? Altro che “c’è posta per te…”
Ma in realtà avevo deciso di scriverti per un altro motivo che ha suscitato in me perplessità e interrogativi che ti risparmio ma che se vuoi possiamo condividere più in là. Allora… sono stato giornalista in Rai per 40 anni. E mi è capitato di fare di tutto. Ripeto il verbo ‘capitato’. Perché implica che non vedo meriti in quello che ho fatto. Ebbene nella mia cerchia di amici praticamente nessuno se n’è mai accorto.
Ho scritto per VignaClaraBlog.it un raccontino e un paio di pezzi con in alcuni ricordi personali e sto diventando una sorta di celebrità. Ricevo plausi, complimenti, suggerimenti e incoraggiamenti da persone che non sentivo e non vedevo da 60 anni, da amici di mio figlio e persino da colleghi che avrebbero dovuto conoscere il mio lavoro.
Una considerazione, una sola, però, consentimela. Sono convinto che l’importanza assunta dalla Rete comporti una serie di problemi e pericoli notevoli. Però almeno un pregio credo che ce l’abbia. Sta ridando importanza alla parola scritta rispetto al parlato e all’immagine della radio e della Tv. E non credo che sia di poco conto.
Come concludo sempre io… Augh. Ha parlato il vecchio capo indiano. Buon lavoro, ne svolgete uno importante. Mi pare di poterne essere testimone.
Michele Chialvo
© RIPRODUZIONE RISERVATA