Il 2 novembre cade l’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini. Ucciso ad Ostia, all’Idroscalo, nei pressi del cinema Argo. Era domenica sera.
Il 2 novembre del 2022 non cadrà di domenica ma comunque si apriranno le porte del Teatro del Lido di Ostia per portare in scena Museo Pasolini. L’ opera con la quale Ascanio Celestini ha voluto rendere omaggio al poeta nel centenario della nascita. È inserito fra le iniziative di PPP100, Roma racconta Pasolini. Realizzato con il contributo della Regione Lazio e il sostegno del Mic, Ministero della Cultura. A cura del Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
Un luogo della memoria virtuale questo Museo Pasolini che si propone di corrispondere fedelmente alle cinque funzioni di un museo: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione.
La guida del viaggio è Ascanio Celestini accompagnato dalle voci di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio. Il cuore del racconto è la vita del poeta e la storia della nazione attraverso i fatti che hanno segnato 50 anni di storia del paese. La nascita a Bologna nel ’22; la morte il 2 novembre del ’75 ad Ostia, Roma.
Un museo sui generis, la scena scarna, è riempita solo dalle parole che rievocano, scavano, indagano. Ecco la funzione del museo che ruota attorno a cinque reperti. La poesia che PPP scrisse a sette anni mentre Mussolini firmava i Patti Lateranensi; il secondo è dedicato al cimitero di Casarsa dove il poeta è sepolto accanto alla madre e al fratello; il terzo, una pagina sull’invasione sovietica dell’Ungheria; il quarto, la strage di piazza Fontana; il quinto è il suo corpo straziato.
Indagando sulla vita del poeta si racconta la storia di un paese. Accompagnato dalle note della fisarmonica Celestini evoca e rievoca in un crescendo affabulatorio, di mescolanze di immagini e fatti, dalla cronaca alla storia.
C’è quella della famiglia, il padre tenente di fanteria, il fratello partigiano e c’e’ la storia di Roma: i baraccati, la gente del circo, don Sardelli, i ragazzi. E la storia d’Italia, il tentato omicidio di Mussolini, quello riuscito di Zambini, le sette sorelle e gli Arabi, i colpi di stato, la politica della tensione.
Fino alla morte del poeta. Brutale ed omertosa. Un’omertà che – dice Celestini- dura ancora oggi perché di PPP si ricorda l’omosessualità. In pochi conoscono le sue opere. Ed è da qui che bisogna ripartire per una riabilitazione dell’intellettuale più completo del 900 italiano. (red/RL)
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