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Prodo e il percorso naturalistico-ornitologico del Monte Piatto

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Il caldo ancora si fa sentire; chi non lo sopporta se ne sta rintanato in casa ma chi ama camminare non può che apprezzare il tempo bello di queste giornate di settembre che consente ancora di fare lunghissime passeggiate.

Quello che vi proponiamo oggi è un itinerario da percorrere nel bel territorio dell’Umbria, poco distante da Orvieto; la visita al minuscolo borgo di Prodo e poi una lunga passeggiata in direzione del Monte Piatto lungo un “birding-trail”.

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Prodo è un piccolissimo borgo cresciuto intorno a un formidabile castello medioevale (di proprietà privata) e poco distante da una conosciutissima “forra” dove si pratica il canyoning  (anche se nel 2022, a causa della siccità, la forra è rimasta in secca).

Il borgo lo si raggiunge in circa un’ora e mezza di auto percorrendo l’Autostrada Roma-Firenze ed uscendo ad Orvieto; si passa il ponte sul fiume Paglia e si dirige verso Todi (che dista 30 km). Dopo la frazione di Colonnetta, dove c’è il bivio per il Monte Peglia, si prosegue per altri 6-7 chilometri fino a Prodo.

Il borgo, delizioso, ospita oramai solo una ventina di famiglie; dalla piazza è possibile osservare uno straordinario panorama fatto di verdissimi boschi che degradano verso il lago di Corbara.  Oltre un minuscolo locale adibito a bar-alimentari non c’è altro: solo natura e aria buona.

Proseguendo verso Todi dopo circa 2,5 km la strada asfaltata incontra una sterrata dove, in bella vista c’è un “totem” con l’indicazione dei sentieri e una tabella naturalistica. Qui possiamo lasciare l’auto e iniziare il percorso che ci porterà al monte Piatto (7,5 km tra andata e ritorno).

Il territorio circostante alterna boschi di querce con ampi spazi aperti dove il sole picchia sodo; tutto il territorio circostante è scarsamente popolato e il silenzio che vi regna è quasi assoluto se non fosse per il richiamo di qualche volatile.

Si cammina sulla sterrata per poi girare a sinistra al primo bivio e proseguire quindi, dopo una sbarra metallica, seguendo le indicazioni; una volta arrivati al monte Piatto si potrà osservare il territorio a giro d’orizzonte per decine di chilometri; il lago di Corbara vi apparirà, incassato nella  valle, in tutta la sua magnificenza.

La scarsa antropizzazione dei luoghi ha favorito uno sviluppo, a volte anche abnorme della la fauna; daini, caprioli ma soprattutto cinghiali che nonostante la caccia spietata stanno lentamente modificando il territorio; in tante zone dove era possibile fare incetta di grossi  “porcini” i funghi si sono fatti rari a causa dell’opera instancabile degli ungulati.

Gli ampi spazi favoriscono anche la presenza dei “rapaci” tra cui il bellissimo Nibbio reale con la sua caratteristica coda forcuta; volatile dal volo elegante è capace, grazie alla forma della coda, di repentini cambiamenti in volo e di catturare anche i pesci senza però tuffarsi.

In questa campagna, nei mesi estivi, calda e assolata sorgenti e fontanili sono piuttosto rari per cui chi si accinge a percorrerla è bene che porti con se una abbondante scorta d’acqua.

L’itinerario descritto, facile e che non presenta difficoltà, è un percorso per persone che amano la natura, i grandi spazi ma soprattutto il silenzio; camminerete a lungo senza incontrare anima viva mentre sarà assai probabile che i vostri passi siano seguiti dal folto del bosco da un cervo o  da un lupo.

Francesco Gargaglia

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