
Parlavo con un amico avvocato in procinto di partire per le vacanze, destinazione Scandinavia. Mi raccontava di una cliente che, quale presidente di un’associazione, tre mesi fa gli ha affidato una causa.
Dopo aver redatto il ricorso, l’avvocato ha consegnato la parcella con l’acconto alla cliente. “Non c’è problema, domani pago, raccolgo i soldi degli altri soci e pago”.
La signora qualche giorno dopo paga la metà dei soldi, scusandosi che la colpa non è sua, ma di un socio che non paga la sua parte, il fellone.
La causa va avanti, e anzi bisognerebbe farne una seconda, di fronte a un diverso tribunale di appello, ma la signora tuona “avvocato, io l’ho già pagata per il suo lavoro, non le pagherò altro!”
“Signora, ma è un’altra causa, e in verità debbo avere la metà ancora solo dell’acconto!”
“Avvocato, ma cosa sono mille euro? Domani li pagheremo!”
“Signora, veramente sono 1500!”
“Avvocato, non mi faccia arrabbiare, si ricordi che il cliente ha sempre ragione!”
Inutile dire che nelle settimane seguenti la signora non ha pagato i 1500 euro, né i 1000…
Così esco fortificato dal racconto del mio amico avvocato, e soprattutto della debitrice, e da domani voglio utilizzare lo stesso schema anche per i miei rapporti economici.
Per il futuro, quando la banca chiamerà per chiedermi di non andare più in rosso, chiederò indignato ulteriore credito al grido di “direttore, il cliente ha sempre ragione!”. Ecco, clienti di tutta Italia, uniamoci alle prossime elezioni e con questa premessa le vinceremo sicuramente.
Massimiliano Morelli
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