
La “sala” è all’aperto, una veranda in un giardino bordo strada. Ma non si può fumare, perché considerata – appunto – sala.
Che poi siamo andati a leggere cosa viene definito sala. “Stanza destinata a un’attività collettiva”, recita Wikipedia, che poi fa il distinguo su una interminabile serie di sale, da quella degli arazzi alla sala stampa, dalla cinematografica all’operatoria passando per la sala giochi e quella da ricevimento.
Esiste anche una sala fumatori, nell’infinità delle descrizioni wikipediane, noi cercavamo la “nostra” sala, che poi è una veranda con affaccio sul mare ma più dello sciabordio s’odono le accelerate di auto e moto che lì, dove stiamo, la strada pare il circuito di Vallelunga.
Insomma, morale della favola, non si può fumare, e hai voglia a far capire alla ragazza che serve ai tavoli che sì, si potrebbe fumare, perché ai totali un giardino, seppur allestito come “sala”, è luogo aperto.
Brigitte Bardot è una amica – in realtà non è la vera “BB”, ma usiamo un nome di fantasia – ha la bionda fra le mani e l’accendino pronto a dar fiamma, ma “qui è vietato fumare”. Roba da non crederci, laddove neanche esiste il cartello di divieto. Così, a due passi dalla battigia e mentre lo spicchio di luna che osserva dall’alto, svanisce l’idea di staccare la spina con un paio di tirate.
Che poi sì, è vero, fumare fa male. Ma con quel che respiriamo ogni giorno, fra smog, tubi di scarico d’ogni tipo e filtri dell’aria condizionata intasati da vent’anni, la sigaretta è l’ultimo dei mali. Ah, detto fra noi. Io neanche fumo…
Massimiliano Morelli
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