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    Racconti d’estate – Il bastian contrario

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    Dialogo con un bastian contrario, uno che si regala giornate in controtendenza. Rammenta una pubblicità andata in onda a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta. Lo sai che il cervello ha bisogno di zucchero, lo spot datato aveva un refrain che entrò subito in testa, veniva canticchiato da tutti, era un messaggio destinato al farci usare la “dolcezza alimentare”.

    A distanza di tempo scopriamo che lo zucchero fa male, ci intossica e per il cappuccino al bar troviamo bustine di canna o di saccarosio, lo zucchero normale dobbiamo chiederlo al barista, che a gentile richiesta pare “allungarci” la bustina sottobanco come cent’anni fa negli Stati Uniti venivano “serviti” i liquori.

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    Sempre al bar, nell’era della plastica da boicottare perché inquina, la paletta per girare lo zucchero è di legno (e agli alberi chi ci pensa?); ma se prendi un caffè “a portar via” il coperchio è di plastica e mentre “porti via” ti chiedi se quel coperchietto sia o meno inquinante.

    A proposito di plastica, al supermercato il pane al self service va preso con i guanti. Che sono di plastica. Ma qui la domanda è un’altra e non riguarda l’inquinamento. E’ mai possibile che nessuno abbia l’accortezza di non lasciare quel guanto nel carrello, così da evitare cliente che dopo di lui userà quel carrello di prendere quell’avanzo con la punta delle unghie e gettarlo con disappunto in terra?

    Apoteosi finale, sempre dedicata alla plastica. Confermano studiosi presumibilmente dell’Oregon, o forse del Texas, che inquina. Ma la mondezza viene raccolta nei sacchi di plastica, i cestini della spazzatura sono previsti di sacchetti di plastica e mi piacerebbe vedere chi ostracizza la plastica andare a un picnic coi piatti di porcellana…

    Massimiliano Morelli

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