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I grifoni di Petrella Liri

“ Secondo la mia opinione direi che la popolazione di rapaci in Europa non arrivi all’1% di quella di 150 anni fa” Karel Voous

grifone
Galvanica Bruni

Il Grifone (Gyps fulvus) è un avvoltoio che fino a qualche anno fa si considerava quasi del tutto estinto in Italia, eccezion fatta per alcuni esemplari in Sardegna, sulle Alpi Orientali  e in qualche località del meridione. In questi ultimi anni, fortunatamente è tornato ad essere presente anche sugli Appennini, sui Monti della Duchessa, sul Massiccio del Sirente e in alcune località al confine tra Lazio ed Abruzzo.

Splendido rapace del peso di 6-8 chilogrammi e con una apertura alare di oltre 2 metri vive su montagne dirupate e rocciose cibandosi di carogne anche in avanzato stato di decomposizione.

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Cosi come accaduto per il Gipeto (reintrodotto nelle Alpi  Marittime) anche il Grifone è tornato a popolare le montagne del centro Italia  ad appena un’ora di auto da Roma; non è affatto difficile individuarlo in volo, in coppia ma anche in gruppi numerosi (anche 12-16 esemplari)  al confine tra Lazio e Abruzzo nella zona di Cappadocia.

Nelle giornate ventose o nel primo pomeriggio quando  il terreno riscaldato dai raggi solari genera le cosiddette “termiche”, i Grifoni si alzano in volo maestosi e inconfondibili.  Di grandi dimensioni (impossibile confonderli con un falco), di colore scuro, la coda a forma di triangolo con la base larga e le “remiganti” primarie (le piume alle estremità delle ali) ben evidenti,  si librano nell’aria in cerca di cibo: soprattutto  carogne di animali selvatici, più spesso di ovini o bovini.

Una volta individuata la carogna  si gettano in gruppo sulla preda spolpandola fino alle ossa e svolgendo cosi, tra l’altro un importante lavoro di pulizia ambientale.

Cappadocia, è un piacevolissimo paese al confine tra Lazio e Abruzzo facilmente raggiungibile (1 ora e mezza circa)  con l’A-24, con uscita a Pietrasecca; una volta fuori dall’autostrada si prosegue in direzione di Sante Marie e Tagliacozzo (straordinaria cittadina assolutamente da visitare) per poi dirigere vero la “piccola Svizzera” e Verrecchie.

Nei pressi di Cappadocia c’è una piccola frazione chiamata Petrella Liri molto conosciuta dai “free-climber” per le sue falesie; ed è proprio sui costoni rocciosi di calcare, esposti a Sud,  che da Petrella Liri  vanno a  Castellafiume che nidifica il Grifone.

Sia Petrella che Castellafiume sono due borghi da visitare che offrono tra antiche chiese, vecchi castelli e  grotte,  numerosissimi spunti di interesse; oltre ad un eccezionale panorama e alla possibilità di percorrere una fittissima rete di sentieri, in inverno e in caso di innevamento danno la possibilità agli amanti delle “ciaspole” di muovere in un ambiente  solitario e incontaminato.

La possibilità di vedere i Grifoni in volo  è concreta (pochi giorni è stato filmato uno stormo di una quindicina di esemplari) dal momento che nell’area compresa tra il Velino, le Gole di Celano, il Monte Sirente e Petrella Liri si stimano 150-180 esemplari con almeno 35 coppie nidificanti.

Se decidiamo di andare a vedere i Grifoni di Petrella Liri, sebbene la sagoma dell’avvoltoio sia inconfondibile (tenuto conto dei suoi 2-2,5 metri di apertura alare) è opportuno avere al seguito un buon binocolo anche per osservare nel dettaglio le sue evoluzioni  (un binocolo 7X30, leggero e compatto è l’ideale) e magari anche una macchina fotografica con teleobiettivo.

Se poi la fortuna non ci assiste allora potremo sempre ripiegare su un altro tipo di “grifone”,  il ristorante di Petrella “il Grifone”, noto per la sua cucina di montagna, per il servizio cordiale e i prezzi più che accessibili.

Francesco Gargaglia

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