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    Morto “Magawa”, hero-rat

    Magawa
    Galvanica Bruni

    Era andato in pensione nel mese di giugno dopo una lunghissima carriera durata ben 5 anni in qualità di “sminatore”; stiamo parlando di Magawa, un ratto gigante africano, addestrato alla ricerca di mine.

    Grazie al suo peso leggero (poco più di un chilo) e ad un infallibile olfatto era in grado di muovere in sicurezza in un campo minato e scovare ordigni esplosivi interrati; assai più efficiente di qualsiasi “metal-detector” (peraltro la maggior parte delle mine oggi vengono realizzate in plastica) in 5 anni di onorato servizio, più uno di addestramento, aveva  individuato centinaia di ordigni, salvando così la vita a tantissime persone, soprattutto bambini.

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    L’ Hero-rat, addestrato da una organizzazione belga, svolgeva con efficienza quello che per la maggior parte degli “sminatori” è un ingrato compito; con il suo passo leggero poteva camminare sopra ogni tipo di mina e capire, con una sniffata, dove era nascosto l’ordigno capace, nella migliore delle ipotesi, di ferire gravemente un essere umano.

    Ricompensato con qualche piccola ghiottoneria, Magawa compiva in appena 20 minuti quello che era il lavoro di 4 giorni di uno sminatore; un record che gli aveva fatto guadagnare nel 2020 addirittura una medaglia d’oro. Il più alto riconoscimento che il Regno Unito conferisce agli animali “eroi”, istituito nel 2002 e fino ad ora assegnato per lo più a cani.

    Magawa aveva operato ultimamente in Cambogia dove si stima ci siano non meno di 5-6 milioni di mine antiuomo (le vittime delle mine in Cambogia sono ad oggi circa 70.000).

    La morte e di conseguenza la vita da “sminatore” di questo straordinario piccolo eroe ovviamente è rimbalzata su tutti i media destando grande meraviglia soprattutto in quanti considerano i topi (giganti o no) animali sporchi e sgradevoli.

    In realtà ratti e topi, compresi quelli giganti africani (che in realtà assomigliano molto ad un grosso criceto), non sono affatto sporchi perché curano in modo ossessivo il loro pelo e se proviamo nei loro confronti ribrezzo è solo perché li abbiamo abituati, con la nostra impressionante produzione di rifiuti alimentari, a cibarsi delle nostre scorie.

    A Magawa, uno delle centinaia di “Crycetomis gambianus” che operano in ogni parte del mondo,  forse andrebbe dedicato più che un monumento (come quello che si trova a Central Park e raffigura il cane Balto)  un cartone animato o meglio ancora, una fiaba; un qualcosa insomma da mostrare e leggere ai bambini  e che faccia capire loro come una minuscola creatura considerata “schifosa”  sia in grado invece, per affetto nei confronti del suo addestratore, di neutralizzare una delle più orribili creature che abbia generato l’intelletto umano.

    Francesco Gargaglia

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