È morto Giampiero Galeazzi, storico giornalista Rai che ha raccontato le più grandi imprese sportive italiane: dal primo scudetto di Maradona a Napoli ai successi di Paolo Canè nel tennis, fino al racconto epico delle vittorie azzurre nel canottaggio. Galeazzi, volto popolarissimo da decenni, aveva 75 anni. Da anni combatteva contro una grave forma di diabete.
Il decesso è avvenuto poco prima di mezzogiorno al Policlinico Gemelli, dove il giornalista era ricoverato da settimane in terapia intensiva.
Tifoso laziale, fede mai nascosta, padre di due figli (Gianluca e Susanna, entrambi giornalisti, il primo a La7, la seconda a Sky) Galeazzi è nato a Roma il 18 maggio 1946, ha legato la sua vita allo sport, prima praticandolo e poi raccontandolo.
Dopo una laurea in Economia e una breve esperienza nell’ufficio marketing e pubblicità della Fiat a Torino, si dedica al canottaggio da professionista, vincendo il campionato italiano nel singolo nel 1967, e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968, partecipando alle selezioni per le Olimpiadi di Città del Messico.
Entrato in Rai da giornalista sportivo, viene subito inviato alle Olimpiadi del ’72 a Monaco per poi passare in tv a occuparsi delle telecronache.
‘Bisteccone’, questo il soprannome che gli venne affibbiato per la sua mole, si divide fra tennis e canottaggio, concedendosi anche qualche sortita come inviato per “La Domenica Sportiva” nei big match di serie A.
In occasione di una partita di Coppa dei Campioni, l’incontro Valur-Juventus a Reykjavik, Galeazzi copre da inviato Rai l’incontro tra il presidente americano Reagan e quello sovietico Gorbaciov. Fino agli anni 2000 fa anche telecronache di tennis e soprattutto del suo amato canottaggio, del quale segue le principali competizioni e sei edizioni delle Olimpiadi.
Dopo trasmissioni storiche come “90° Minuto”, si cimenta anche su altri palcoscenici, dal Festival di Sanremo a Domenica In, facendo anche da doppiatore per “Space Jam”, il film con protagonista Michael Jordan.
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