Una barriera architettonica è un qualunque elemento che impedisca o limiti gli spostamenti o la fruizione di servizi, in particolar modo a persone disabili, con limitata capacità motoria o sensoriale. Ci sono leggi che le vietano, altre che aiutano economicamente a rimuoverle.
Abbatterle è un fatto di civiltà. Innalzarle è come minimo deprecabile, soprattutto quando a farlo è l’amministrazione pubblica.
Una barriera architettonica può essere una scala, un gradino, una rampa troppo ripida. Qualunque elemento può trasformarsi in barriera architettonica, anche una semplice rete arancione che da anni blocca un marciapiede.
Secondo compleanno in via della Farnesina
E’ da aprile 2019 che all’altezza del civico 84 il marciapiede di via della Farnesina è inibito ai pedoni per una trentina di metri. Motivo? Il cornicione della palazzina confinante – pare che sia ancora di proprietà Ater – ha perso qualche pezzo e per tutelare i passanti s’è provveduto a recintare quel tratto di marciapiede.
Ci si aspettava che i lavori cominciassero da lì a poco, in fondo un cornicione che perde pezzi merita immediata attenzione. E invece, com’è o come non è, è passato un anno, poi due e di lavori alla palazzina non s’è vista mai ombra mentre quella recinzione, una vera e propria barriera architettonica è sempre lì a costringere anziani, bambini, mamme con passeggini, pedoni in difficoltà a camminare sulla strada.
Per ovviare a questo disagio da qualche tempo è stato apposto dall’amministrazione un segnale stradale che dice “pedoni sul lato opposto” con chiaro invito a utilizzare le strisce pedonali poste all’inizio e alla fine della recinzione.
Peccato che in via della Farnesina esse siano utilizzate come posti auto senza mai un controllo e così il povero pedone cadrà dalla padella alla brace. O meglio, cornuto e mazziato, mentre la barriera architettonica, superato il traguardo dei due anni, continuerà a veleggiare verso la boa dei tre.
Giulia Vincenzi
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Pensate che avrei voluto fare le foto alle strisce pedonali davanti a ‘Cuore di Pizza’, al numero 135, perché per “ravvivare” il bianco delle strisce NON hanno fatto spostare un’auto ivi parcheggiata e hanno creato una sorta di ‘sagoma’ strisce-free, e la gente ci parcheggia. Non sono riuscito ancora a fare una foto a questo bizzarro capolavoro perché ci sono sempre macchine parcheggiate sopra (sopra le strisce). Di notte anche in doppia fila sulle strisce. “Anarchia portami via”.
In merito alla recinzione arancione non ricordo quel marciapiede privo di quell’intralcio. Ormai è parte dell’arredo urbano.
È una assoluta vergogna, tra l’altro sul marciapiede opposto c’è un bar con relativa pedana all’aperto che restringe la carreggiata, se passi con una carrozzina o un cane sei costretto a transitare in mezzo alla strada ed è pericoloso.
Non se ne può più.
Noi Romani abbiamo i nostri difetti ma non ci meritiamo una simile amministrazione.
Elisa Giordano