Il Monumento Naturale dei “Laghetti di Semblera” è sicuramente una meta da visitare non fosse altro perché si trova a pochi minuti da Roma Nord, sulla Via Salaria; una meta per una bella passeggiata, per un lungo giro in bicicletta oppure per godere della vista della campagna che non è mai piatta né monotona.
Un “monumento naturale” è un’area caratterizzata da un elemento unico di particolare importanza naturale o culturale; nel Lazio, grazie ad una Legge Regionale del 1997, è possibile istituirla e sottoporla poi a totale protezione ambientale. Un monumento naturale può essere un agglomerato urbano abbandonato (Galeria), un tempio (Giove Anxur a Terracina), una caldara (Manziana), una grande oasi fiorita (Ninfa) ma anche vecchie cave trasformate in laghetti, come quelli di Semblera.
Ai piedi di Monterotondo, nella vasta valle del Tevere negli anni ’20 era attiva una grande fabbrica di laterizi che usava come materia prima proprio l’argilla presente nel terreno; la fabbrica perse importanza quando a Roma negli anni 70 si cominciarono ad usare manufatti di cemento e così chiuse i battenti.
Le grandi voragini generate dall’estrazione dell’argilla con il tempo si riempirono d’acqua, di vegetazione e grazie alla vicinanza del Tevere, di pesci; poi cominciarono ad essere avvistate dall’alto dai tanti migratori in transito sulla Valle del Tevere che le scelsero come luogo di sosta: cormorani, folaghe, anatre ma anche aironi, martin pescatori, gallinelle d’acqua e perfino delle cicogne.
L’importanza del sito fu notata da alcuni fotografi naturalisti e così si cominciò a pensare di porre sotto tutela l’area fino a quando nel 2017 la Regione Lazio, con Decreto del Presidente ne fece un “monumento naturale” affidandone la gestione e la manutenzione al Comune di Monterotondo.
Arrivarci è facilissimo; si percorre la Via Salaria fino ad entrare a Monterotondo Scalo. Nei pressi delle fornaci, riconoscibili per la slanciata ciminiera, si svolta a sinistra e si prosegue diritti per circa 800 metri fino ad una sterrata bianca circondata da folti canneti. Una bella segnaletica (un airone e una ciminiera stilizzata) e una sbarra ci dicono che siamo arrivati al monumento naturale.
Purtroppo sia l’ingresso che i sentieri sono deturpanti da tantissimi rifiuti che stridono con l’importanza del sito e con l’obbligo dell’Ente gestore del mantenimento delle condizioni ecologiche.
I laghetti di Semblera coprono un’area di circa 9 ettari con una foltissima vegetazione costituita da pioppi e salici bianchi e poi canne comuni e canne palustri; la sterrata bianca si insinua nella vegetazione e corre lungo i laghetti dalle acque scure per poi tornare indietro, con un percorso ad anello, lungo uno stretto sentierino. Se si è in bicicletta si può continuare a pedalare sulla sterrata e compiere un lunghissimo percorso che costeggia il corso del Tevere.
Il Tevere, raggiungibile da alcuni passaggi nella vegetazione, in questo punto è di una bellezza straordinaria dovuta anche alle numerose anse che ne agitano il percorso; si ha l’impressione di trovarsi di fronte a uno di quei grandi fiumi che attraversano le praterie degli USA.
Dal momento che nell’area non ci sono postazioni o torrette, se si vuole osservare l’avifauna è necessario acquattarsi tra le canne con un buon binocolo.
La visita all’area può essere fatta in poco più di un’ora ma le possibilità di girovagare nella zona che offre paesaggi spettacolari, sono tante; certo a volte bisogna distogliere lo sguardo su quei cumuli di rifiuti che nel nostro territorio bellissimo sono oramai una costante.
Francesco Gargaglia
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