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Baracche e discariche sotto Ponte Duca d’Aosta

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Galvanica Bruni

Chi si era illuso che la pandemia avrebbe migliorato il nostro rapporto con l’ambiente e fatto germogliare nei cittadini e istituzioni la tanto anelata “coscienza green” dovrà ricredersi; chiusure totali e parziali non hanno affatto fermato lo scempio ambientale del nostro territorio che continua a mostrarci ferite insanabili.

Fra le tante bellezze della Città Eterna, tra antichità, monumenti ed edifici storici, i “ponti” rappresentano piccoli gioielli di arte e architettura senza i quali Roma non sarebbe la stessa. Ponti antichi e moderni che trasudano storia e memoria e che la modernità ha invece trasformato in discariche e rifugi per sbandati: come ponte Duca d’Osta.

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Lo sfortunato ponte, con la sua slanciata arcata di 100 metri in cemento armato ricoperto di travertino di Tivoli, da anni complice la trascuratezza che avvolge l’intera area del Foro Italico, versa in uno stato pietoso.

A rendere ancora più vergognosa la situazione di abbandono, una  discarica che occupa una delle ampie gradinate che portano al greto del fiume; una grande discarica che si nota perfettamente dalla sponda opposta e che sfregia l’architettura di quel ponte attraversato ogni giorno da centinaia di romani.

La discarica, formata soprattutto da bottiglie, lattine, avanzi di cibo, plastica, rottami metallici e purtroppo feci umane, non è certo conseguenza delle bizzarrie delle acque; quella discarica, come gran parte delle discariche che si individuano sulle rive del Tevere, è opera di un gruppo di nomadi che vive sotto il ponte.

Coperta da una delle arcate più piccole, poco visibile al frettoloso automobilista, è nata una vera e propria cittadella con appartamenti, cucine, tavoli e deposito materiali.

Gli scarti di questa comunità che vive, in barba a tutti i regolamenti, sotto un ponte di Roma, vengono gettati sulla gradinata in parte ricoperta di erbacce.

La vergognosa discarica sfregia come un orrido bubbone il marmo oramai ingrigito dallo smog: roba da far rivoltare nella tomba il celebre Comandante della 3° Armata, alla cui memoria il ponte è stato intitolato.

Abbiamo parlato con alcuni canottieri che da anni a bordo delle loro slanciate imbarcazioni si allenano sul fiume: “E’ una vergogna. Le sponde non sono mai state così sporche; passare là davanti dà il voltastomaco…”

La situazione è stata più volte segnalata. A confermarlo la presidente del Municipio II Francesca Del Bello. “Abbiamo più volte fatto richiesta di bonifica e messa in sicurezza di alcuni siti oggetto di degrado e pericolo nel territorio del Municipio Roma II ma ad oggi non abbiamo mai ricevuto né risposte né interventi volti alla risoluzione delle problematiche segnalate” ha scritto lo scorso 19 gennaio la mini sindaca al Prefetto di Roma, alla Sindaca Raggi e al presidente di AMA chiedendo interventi urgenti di bonifica e messa in sicurezza di alcuni siti fra i quali appunto l’area sotto Ponte Duca d’Aosta.

Francesco Gargaglia

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1 commento

  1. Sotto le arcate del Ponte Flaminio va molto peggio, basta dare un’occhiata dalla pista ciclabile per rendersene conto. Sotto li Ponte della Musica poi i ragazzi fanno skateboard in mezzo a cumuli di rifiuti che attendono da anni di essere rimossi. Sotto il Ponte di Tor di Quinto infine, lungo la pista ciclabile, ancora ci sono i cumuli di rifiuti raccolti dopo lo sgombero del campo rom. E’ una situazione fuori controllo.

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