
Nella tarda serata di mercoledì 7 gennaio è deceduto Valter Magini, 73 anni, presidente della federazione italiana pentathlon moderno. Da qualche tempo aveva contratto il Covid-19, ed era ricoverato in una clinica di Roma.
Laureato in Scienze dell’Educazione fisica e dello sport all’Università nazionale di Atene, era stato professore associato e delegato dello sport all’Università degli studi di Roma ‘Foro Italico’ e nel 2002 era stato insignito della Stella d’Oro al merito sportivo dal Coni.
Già presidente della Fipm dal 2013 al 2016, Magini era stato rieletto nel 2017. Lascia la moglie Luciana Dapretto e due figli.
Le radici a Ponte Milvio
Valter Magini era nato e cresciuto in zona Ponte Milvio. La sua era una di quelle famiglie denominate “storiche”, a tutti nota e da tutti amata. Una famiglia agiata, per decenni titolare di un fornito negozio di articoli di caccia in via della Farnesina e di una riserva in zona Prima Porta.
Valter Magini, elegante, semplice ed educato, era un uomo corretto e dedito al lavoro. Da tutti apprezzato, viveva in un appartamento in via Bolsena assieme alla moglie, anche lei colpita da Covid ma fortunatamente uscitane, farà rientro a casa nelle prossime ore.
Il ricordo del nostro direttore responsabile
Diverso dagli stereotipi del presidente di federazione, ho conosciuto Valter Magini quando ho cominciato a seguire il pentathlon moderno, prima con un service televisivo, poi come speaker ufficiale delle gare, per lo meno quelle che si svolgono nel Lazio, e il fatto che un giorno avesse detto “bravo” dopo aver ascoltato una radiocronaca delle gare in corso di svolgimento me lo aveva fatto inquadrare come un dirigente attento ai dettagli, uno di quelli che pensava alla federazione e che la considerava come una famiglia.
A ogni gara era attorniato da persone, ognuno aveva una scusa per avvicinarlo, chi per chiedere un consiglio, chi per un favore, chi per un confronto.
Due volte ero andato a parlare con lui e mai m’aveva fatto fare anticamera, abitudine invece di tanti colletti bianchi che una volta assiepati dietro una scrivania quella melensa anticamera te la fanno fare anche solo per il piacere del sentirsi “potenti”.
Valter Magini se ne è andato in punta di piedi, all’alba del nuovo anno, colpito pure lui dal virus che sta mandando ai matti il pianeta. Era stella d’oro del Coni per meriti sportivi, ma mai l’ho sentito ostentare quel “trofeo”, simbolo massimo per un dirigente del mondo sportivo.
Massimiliano Morelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dispiaciuto di questa notizia,amico di gioventù io nato a ponte milvio al primo palazzo di via Flaminia e lavoravo vicino al negozio alla Farnesina.Alla famiglia le più sentite condoglianze e a te R.P.I.
CARDONI PIERO
Mi addolora molto questa notizia. Nel 1988 avevo scelto lui per discutere la tesi di nuoto perché era una persona gentile e molto preparata. Che peccato!