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Tevere navigabile da Fiumicino a Castel Giubileo, il progetto di Virginia Raggi

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Tevere navigabile, dal mare a Roma percorrendo il fiume” è il nome del progetto presentato questa mattina nella sala Consiliare di Palazzo Valentini da Virginia Raggi, nel suo doppio ruolo di sindaca di Roma e sindaca della Città metropolitana di Roma, da Teresa Zotta, Vice Sindaco della Città metropolitana, e da Roberto Traversi, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti.

Un progetto da 300 milioni di euro la cui scheda sarà fra quelle che verranno presentate in Europa a sostegno del Recovery Plan italiano. Un progetto che se approvato cambierà la vivibilità della città.

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Non è la prima volta che un progetto di tale portata viene annunciato da un sindaco in carica, ogni cinque anni la navigabilità del Tevere torna in auge. L’annunciò con tanta enfasi nel 2010 Gianni Alemanno presentando il Tevere come rivoluzionaria  via di congiunzione dal nord al centro della capitale nell’ambito del faraonico progetto a supporto della candidatura di Roma all’Olimpiade 2020, poi ritirata dal Governo Monti l’anno successivo.

A fine 2014 è il turno di Ignazio Marino che annuncia “Il Tevere sarà navigabile entro il 2015” e che immaginando uno scenario tipo Senna o Tamigi ipotizza che nel giro di un anno il fiume di Roma possa tornare ad essere navigabile con una spesa di soli 100 milioni di euro provenienti sia da un finanziamento UE (40 milioni) sia da fondi pubblici e privati. “È un’operazione molto costosa – ebbe a dire – ma che deve essere fatta se vogliamo restituire il Tevere ai romani e anche agli sportivi che vorrebbero utilizzarlo”. Poi non se ne seppe più nulla.

Ed oggi ci riprova Virginia Raggi, non a metà o a inizio mandato come nei due casi precedenti, ma in campagna elettorale, presentando un ambizioso progetto dai contenuti affascinanti, non c’è che dire.

Il Tevere navigabile da Fiumicino a Castel Giubileo, 60 km di fiume sul quale a trasportare romani e turisti saranno solo battelli elettrici o ibridi, un unico percorso pensato per portare dal porto turistico di Fiumicino fin nel cuore della Capitale i quasi due milioni di turisti crocieristi che ogni anno sbarcano nel Lazio, il fiume finalmente non più vissuto come una ferita aperta nel corpo della città ma come una risorsa strategica, sostenibile.

Sono queste le note salienti sottolineate da Virginia Raggi che così dichiara: “Vogliamo che Roma, così come avviene in altre capitali europee quali Parigi, Vienna e Budapest, abbia il suo fiume navigabile.  Sarà un itinerario unico al mondo, che attraversa la storia della nostra capitale per arrivare fino alla foce del Tevere. Il fiume rappresenta una risorsa preziosa per la città e grazie a questo piano potremo sfruttare tutte le sue potenzialità. Un’opera strategica per Roma, un progetto importante di cui si discute da decenni e che ora, grazie all’utilizzo di fondi europei, diventa sempre più concreto”.

Un progetto da 300 milioni di euro la cui scheda, assieme a tante altre, andrà quindi a comporre a cura del MIT la prima impalcatura del Recovery Plan da presentare in Europa entro gennaio per ottenere i 209 miliardi di fondi europei.
I 300 milioni serviranno alla realizzazione delle opere infrastrutturali per la navigazione e l’attracco, ad interventi di bonifica e messa in sicurezza delle banchine e del bacino e al risanamento ambientale e naturalistico. Alla Regione Lazio il MIT ha chiesto di assumere l’incarico di soggetto attuatore.

“E’ un progetto credibile anche perchè cantierabile da subito” ha sottolineato il sottosegretario Traversi spiegando di essere convinto che “questa opera, il suo aspetto ‘green’ e l’innovazione che rappresenta per il trasporto pubblico della Capitale rispondano a pieno alle missioni indicate dall’Europa per il migliore utilizzo dei fondi del pacchetto per la ripresa. Mai come questa volta possiamo dire che il progetto di riportare la navigazione sul Tevere dalla foce fin dentro il cuore storico della Capitale è davvero fattibile”.

“La collaborazione inter istituzionale tra Ministero dei Trasporti, Città metropolitana, Roma Capitale, Regione Lazio e Comuni del territorio provinciale sarà la chiave di volta per concretizzare un’idea che da troppi anni era nel cassetto” ha dichiarato Teresa Zotta convinta che “grazie a investimenti certi potremmo realizzare un progetto che non solo restituisce dignità urbanistica ma sarà l’occasione di sviluppo in settori come il turismo e la cultura che oggi hanno bisogno di sostegno”.

Non si è parlato però di dettagli tecnici, di progettualità esecutiva, di come verrà superato il salto del corso d’acqua all’altezza dell’Isola Tiberina o quello sotto Ponte Milvio, di come spianare le soglie e le briglie o come rialzare i bassi fondali. Né tantomeno di come mettere d’accordo intorno a un tavolo i diciotto enti accertati, tra grandi e piccoli, tra utili e inutili, che oggi hanno competenza sul Tevere: basti sapere che le sue acque sono considerate mare fino all’Acqua Acetosa, perciò soggette all’autorità della Capitaneria di Porto.

Oggi non era il momento dei tecnicismi ma giustamente quello dell’annuncio. Per l’operatività c’è tempo.

Claudio Cafasso  

  

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7 COMMENTI

  1. Ho quasi sessant’anni e gli annunci sulla navigabilità del Tevere ormai non li conto più; per non contare delle promesse sulla balneabilità delle acque. Dopo aver assistito alla totale incapacità delle varie amministrazioni capitoline nel portare avanti i grandi progetti come la metro c, l’anello ferroviario e lo stadio della Roma, come posso prendere sul serio la Raggi (che nel 2021 se ne andrà a casa) su un’opera tanto complessa?

  2. Il progetto è del MIT che lo ha partorito insieme alla Città metropolitana, e lo ha potuto fare, stavolta, con tutti i crismi poiché il recovery plan prevede proprio una voce di spesa per la navigabilità dei grandi fiumi europei in ambito urbano. La parte idraulica è molto semplice: quando il Duce nel 1937 scavò il “drizzagno” di Spinaceto, accorciò il corso del Tevere di oltre due km, tagliando fuori un’intera ansa. Da allora il fiume, la cui corrente per via delle nuove condizioni scorreva a velocità più che doppia, erose irrimediabilmente e pericolosamente il proprio letto, facendo diminuire di diversi metri il livello del pelo libero dell’acqua. Questo rese inoltre necessaria nel corso degli anni la realizzazione di piccole opere a difesa idraulica dei ponti e del fondo e di rallentamento della corrente. Ora il progetto prevederà la realizzazione di una o due traverse mobili a sud della città per aumentare il livello dell’acqua di un paio di metri e rallentare la corrente, ripristinando le condizioni di navigabilità.

  3. Un proclama elettorale come questo non meriterebbe commenti. Anche perché in chiusura di questo articolo Claudio Cafasso ha già detto tutto e molto bene. Voglio però aggiungere un nome omesso, tra i decantatori della navigabilità tiberina: il primo che ne fu anche autore, il sindaco Veltroni, che nonostante fosse ignaro di questioni fluviali e ne fosse ufficialmente sconsigliato dalle varie autorità tecniche, la attuò con grande determinazione. I risultati furono purtroppo quelli prevedibili: gestioni fallimentari, debiti spaventosi, testimonianze evidenti nei traghetti abbandonati, nei relitti delle “stazioni” galleggianti, nei barconi affondati.
    Ho abbastanza referenze fiumarole, dopo quanto ne ho documentato in articoli, libri, interviste, servizi televisivi, ma in particolare per aver “navigato” il Tevere in ogni modo, con ogni mezzo, in ogni percorso. Perciò non temo di definire addirittura doloroso assistere all’ennesima speculazione elettorale sul nostro povero Fiume. Un proclama come quello della “prima cittadina” senza avere la minima conoscenza di quello che dice, significa la sola speranza – e purtroppo con qualche certezza – che la solita stampa lo amplifichi e che il cittadino abbocchi.
    Non sto a ribadire i numerosi motivi e le questioni insanabili che impediscono la realizzazione del progetto: sono stati qui esposti benissimo per sommi capi ed è già sufficiente. Per rendere veramente navigabile e fruibile il nostro Fiume ci vorrebbe ben altro che un gruppetto di amministratori improvvisati.
    Nel viaggio inaugurale della “navigazione veltroniana”, il 23 aprile 2003, ero sul traghetto a fianco al sindaco, il quale ammise candidamente a noi della stampa che non era mai sceso a Fiume e che non ne sapeva nulla (infatti spiegai io ai colleghi i dettagli tecnici e storici). La tratta navigabile era molto limitata e Veltroni era una persona molto seria e un politico ben preparato. Ora mi chiedo a quali esperti, a quali tecnici si sia affidata oggi la “prima cittadina” per l’estensione del progetto, la pianificazione degli interventi e la quantificazione degli importi di spesa.
    Ma in ogni caso, ribadisco per esperienza personale che tutti i sindaci, fino al 2012, si sono avvalsi in qualche modo della collaborazione e della consulenza delle associazioni, dei comitati, dei cittadini. Si chiedeva il contributo degli “esperti”. Altri tempi.

    Sandro Bari, presidente del Comitato per il Tevere

    • Io non sono un esperto della materia però il Tevere un po’ lo conosco in quanto da anni amo andare a spasso e in bicicletta lungo le sue banchine e nel passato ho avuto modo anche di prendere quando possibile i barchini che erano stati messi in servizio tra isola Tiberina e Ponte Duca d’Aosta: e’ un fiume stupendo ma con un corso molto irregolare per quel che riguarda la portata d’acqua e non capisco come si possa pensare di fare quello che Parigi e Londra fanno con Senna e Tamigi; da semplice cittadino mi piacerebbe piuttosto che, assieme all’Aniene, fosse tutelato dal degrado e dall’inquinamento e che i soldi si spendessero per depuratori e collettori fognari.

  4. Basta parlare, bisogna agire. Intanto si dovrebbe cominciare a pulire il Tevere. Nel periodo in cui il livello del Tevere è basso, affiorano numerose carcasse di biciclette, motorini, rottami etc. Sembrerebbe semplice rimuoverli eppure nessuno lo fa e ogni anno nei periodi di magra riaffiorano puntualmente. Quando c’è un’operazione di manutenzione (che dovrebbe essere ordinaria) ne parla il TG regionale, come se si stesse parlando di un evento eccezionale, e poi più nulla… L’argomento del Tevere navigabile è un argomento elettorale, ma ormai i romani (o forse solo io) sono diventati insensibili ai proclami, vogliono (o forse sempre e solo io) vedere i fatti… e poi se ne può parlare.

  5. Questa Signora del non fare , ben collaudato da tutti noi per ben cinque anni , ci riserva, a fine mandato , una ” bazzecola del genere ” …..e dovremmo pure bercela ?? Ma faciteme o ppiacere , dicono allegramente a Napoli !

  6. L’idea è entusiasmante, purtroppo in tanti l’hanno annunciata e non realizzata : problemi di fondi, di incompetenza, di superficialità? O semplicemente non sono state coinvolte le persone giuste in un serio progetto di fattibilità e altrettanto serio programma operativo ? E ci sono “persone giuste ” in grado di appassionarsi ad un’opera del genere che sarebbe davvero una meraviglia sotto tutti gli aspetti? e con l’avanzare della tecnica ci sono ancora problemi di tipo strutturale assolutamente insuperabili ?
    Oppure semplicemente, come sempre accade, si rema contro qualsiasi idea che non sia della propria parte politica ?
    Roma è come l’Italia: dilaniata dalla partigianeria ottusa della sua classe dirigente, che mette il proprio tornaconto politico (cioè economico) al di sopra di tutto, per cui di consiliatura in consiliatura ( come di governo in governo ) da 40 anni, non appena si insedia il vincitore delle elezioni – chiunque e di qualsiasi fazione , partito, coalizione egli sia – tutti gli altri gli si coalizzano contro per demolirlo in tutti i modi, senza tregua, al fine di prenderne il posto alla prossima tornata elettorale , e cosi ancora e ancora e ancora …..in una spirale che non avrà mai fine ! Povera Roma ( e povera Italia )!

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