“Sta Via Margutta in fonno non ha gnente de speciale. Benchè non sia però né bella né brutta trovame ar monno un’artra strada uguale”. Così è scritto sul marmo di una vecchia mattonella esagonale custodita dentro la straordinaria bottega de “Er marmoraro” a Via Margutta.
Nella realtà Via Margutta (da qualche anno isola pedonale) è una strada signorile ed elegante, famosa in tutto il mondo per essere la “strada degli artisti”; con le sue gallerie, la bellissima Fontana degli Artisti e i cortili che si aprono sulla via è una delle strade più affascinanti di Roma (peccato quel gran numero di monopattini sparsi in ogni dove).
Al 53b, all’interno della Galleria W. Apolloni, è stata allestita la mostra “Lo zuavo e i bersaglieri” che rimarrà aperta sino al 20 ottobre (si può visitare, su prenotazione, ogni giorno escluso il lunedì mattina e il sabato pomeriggio).
La mostra, allestita in occasione del 150° anniversario della presa di Porta Via da parte dei bersaglieri del Gen. Raffaele Cadorna, è un omaggio ai protagonisti di quelle vicende, bersaglieri e zuavi, che a Roma si affrontarono da nemici ma che in Crimea avevano combattuto da alleati.
Gli “zuavi pontifici” erano corpi volontari giunti da tutta Europa per sostenere Pio IX e opporsi ai nemici “italiani”; celebri soprattutto per la loro uniforme con i pantaloni a sbuffo ripresa da quella dei combattenti algerini (“E’ proprio un’idea dei francesi vestire i difensori del Papa da maomettani” dicevano allora i romani).
La mostra espone pochi pezzi ma tutti molto belli se non straordinari, come la scultura funebre del Capitano Augustin Latimier DeClesieux, opera dello scultore Durocher e fatta realizzare dalla madre dell’ufficiale morto a soli 26 anni. La scultura a grandezza naturale copriva la tomba del giovane zuavo all’interno della cripta di una cappella romanica nella cittadina di Saint Brieuc.
Abbattuta la cappella per fare posto ad un parcheggio, il monumento funebre è stato acquistato dall’antiquario romano Marco Fabio Apolloni ad una asta e oggi è esposta nella mostra; come si legge nel Comunicato Stampa “..è stata acquistata proprio perché il giovane e nobile zuavo, già venuto a difendere Papa Mastai contro l’anticristo Garibaldi, tornasse a Roma per trovarvi, si spera, un po’ di pace”.
Tra le altre opere esposte nella mostra c‘è un grande olio di oltre 3 metri opera di Michele Cammarano che ha per soggetto i bersaglieri nell’atto di scalare il terrapieno formato dalle mura bombardate, una quadretto del fiammingo Carl Max Quaedvlieg, il bozzetto del monumento al Bersagliere di Publio Morbiducci, due pastelli satirici che ritraggono il comandate degli zuavi e Mons. Pacca, due ritratti del Cardinale Antonelli , un dipinto su pietra lavica di Filippo Severati e “La fidanzata del bersagliere” di Napoleone Nani, un ‘romantico’ olio del bravo ritrattista veneto.
Anche se non si tratta di una mostra ‘grande’ (nel numero delle opere esposte) è però unica nel suo genere e vale senz’altro la pena visitarla entro il 20 ottobre, data di chiusura.
Francesco Gargaglia
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