Home ARTE E CULTURA Paolo Caccia Dominioni: soldato, artista, scrittore

Paolo Caccia Dominioni: soldato, artista, scrittore

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Il 14 maggio del 1896 nasceva a Nerviano Paolo Caccia Dominioni; questo nome sicuramente ai più giovani non dirà nulla. Ma chi ha qualche anno sulle spalle e soprattutto “ha fatto il militare” non potrà non ricordare i suoi splendidi disegni che nella forma di cartoline, calendari e quadri hanno arredato i locali di centinaia di caserme.

Paolo Caccia Dominioni è stato un eroico soldato ma anche uno straordinario artista a cui tantissimi autori moderni, soprattutto di fumetti, si sono ispirati; i suoi acquerelli dedicati alle truppe italiane e agli eroici Ascari italiani, sono conosciuti in tutto il mondo. Il suo stile, evocativo e moderno è inconfondibile. Ma e’ stato anche un grandissimo scrittore che per mezzo di  una serie di splendidi e affascinanti racconti ha narrato le sue avventure di guerra con grande sobrietà.

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Paolo Caccia Dominioni ha combattuto nella Prima Guerra Mondiale e successivamente da Ufficiale dell’Arma del Genio, anche nelle Campagne d’Africa; arruolato nei servizi informativi ha viaggiato in lungo e in largo nel continente africano vivendo incredibili e straordinarie avventure.

Nel 1942, comandante del 31° Genio Guastatori (il cui motto era “La va a pochi”) combatte ad El Alamein accanto ai paracadutisti della Folgore e a figure leggendarie come i fratelli Ruspoli (morti ad un giorno di distanza uno dall’altro) e il Colonnello Alberto Bechi Luserna (tutti e tre verranno fregiati con la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria).

A guerra finita, non potendo dimenticare i tanti fratelli lasciati sul suolo africano, torna sui luoghi del combattimento e per 14 anni insieme ad un suo vecchio soldato, Renato Chiodini, raccoglie le migliaia di salme dei caduti,  italiani, tedeschi ma anche inglesi, che ancora giacciono nella sabbia di El Alamein.

La sua vettura salta più volte sulle mine che ancora impestano il deserto ma la sua opera meritoria non conosce sosta; sarà grazie al Conte Caccia Dominioni se a distanza di anni le salme di paracadutisti, genieri, cavalieri e carristi troveranno degna sepoltura nel Sacrario di Quota 33.

Famosissima la sua lettera  al Gen. Montgomery (che nei suoi scritti più volte aveva deriso e messo in discussione il valore del soldato italiano) con l’invito a “rendere onore” a quegli eroi sconfitti ma indomabili.

Dal 1962, dopo aver vinto il Premio Bancarella con il suo libro “El Alamein 1933-1962” torna al suo lavoro di ingegnere progettando numerose opere soprattutto all’estero e continuando comunque la sua stretta collaborazione con l’Esercito Italiano; i figurini e gli acquerelli dedicati ai militari italiani e alle truppe di colore sono conosciuti e apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo.

Paolo Caccia Dominioni, conte di Sillavengo, Medaglia d’Argento a El Alamein, morirà a Roma nel 1992.

Molte sue opere oggi sono custodite nel Museo del Genio al Lungotevere della Vittoria 31, proprio a pochi passi da Ponte Milvio; un museo che andrebbe visitato soprattutto dai giovani così da conoscere la figura straordinaria di un eroe, artista e scrittore,  che ha fatto conoscere la grandezza del soldato italiano nel mondo.

Francesco Gargaglia

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1 commento

  1. Il libro “El Alamein 1933 – 1962” rappresenta una cronaca del modo con cui l’ing. Caccia Dominioni ed i suoi uomini combatterono durante la famosa battaglia. Vi appaiono numerosi personaggi, fra cui Vladimir Peniakoff che organizzò un corpo speciale britannico specializzato in colpi di mano e conosciuto dall’autore in anni precedenti la guerra, il grande asso dell’aviazione tedesca Hans Marseille, morto per un incidente al suo aereo, e numerosi altri.
    Le pagine finali sono dedicate all’attività svolta dopo la fine della guerra dall’autore e da alcuni volontari che lo affiancarono per dare sepoltura ai morti durante la battaglia.
    Personalmente ho letto il libro una prima volta da ragazzo e una seconda volta pochi anni fa e ritengo trattarsi di un’opera di valore sia per la forma che per i contenuti.
    Vanni.

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