Home CRONACA 200 anni di Pallotta a Ponte Milvio: storia di 5 generazioni

200 anni di Pallotta a Ponte Milvio: storia di 5 generazioni

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Galvanica Bruni

La storia dei Pallotta è una storia di tradizione, di tempo e di pazienza, di lavoro e di sacrifici, di ricette e di mestieri tramandati di generazione in generazione.

È la storia di una grande famiglia, grande perché numerosa ma soprattutto grande per la tenacia, la forza e l’impegno con cui nel corso degli anni hanno portato avanti i loro esercizi commerciali a Ponte Milvio.

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Duecento candeline per i Pallotta

Proprio quest’anno i Pallotta celebrano il bicentenario: duecento anni a Ponte Milvio, sempre la stessa famiglia, sempre nello stesso posto. Nel corso del tempo Ponte Milvio cambiava, si trasformava, da “fori porta” diventava pian piano il cuore di Roma Nord, ma loro sono sempre stati lì, in quella parte del piazzale, spettatori del cambiamento ma certamente anche protagonisti della storia di questo importante pezzo di Roma.

I Pallotta, proprio come Ponte Mollo – distante sì e no un centinaio di metri dai loro esercizi commerciali – sono stati e sono tutt’ora gli occhi di un intero quartiere, che è nato, cresciuto e si è trasformato intorno a loro.

In duecento anni la famiglia Pallotta ha assistito alla costruzione del Foro Italico, inaugurato nel 1932, ha resistito alla storica alluvione di Ponte Milvio del 1937 che mise in ginocchio commercianti e residenti di Ponte Milvio, ha sopportato gli anni della guerra e la conseguente crisi economica per poi vedere finalmente Ponte Milvio rifiorire.

 Come nasce l’hostaria Pallotta

In casa Pallotta tutto è cominciato con Cuccio; all’epoca c’era un detto che recitava proprio così: “Se passi a Ponte Milvio indisturbato vor dì che Poggio dorme e Cuccio non s’è svejato”; Poggio e Cuccio facevano da “supervisori” su quella zona che ancora era “fuori Roma”.

Cuccio aveva due figli Agostino e Cencio; il primo ha tenuto l’Hostaria, trasformandola nel tempo in un ristorante, mentre Cencio gestiva lo spaccio che poi è diventato una tabaccheria.

Cuccio Pallotta e famigliaSiamo ancora nel 1800 e all’epoca all’hostaria si serviva solo da bere, da mangiare lo portava direttamente il cliente. A Ponte Mollo arrivavano dalle campagne i cosiddetti “fagottari”, così chiamati perché appunto portavano con sé “il fagotto”, il sacchetto con gli alimenti.

I fagottari arrivavano in Piazza di Ponte Milvio, sistemavano i loro cavalli appendendo le briglie al palazzo di fronte ed entravano a rifocillarsi. Oggi la vecchia insegna dell’hostaria è ancora appesa all’interno del ristorante.

Casa e Bottega

La tradizione è proseguita con i figli e i nipoti di Agostino, Cuccetto, Adele e Giuditta. La famiglia Pallotta abitava proprio sopra gli esercizi commerciali, “Mio padre è nato nella stanza che insiste proprio sopra il negozio” – ci racconta Giuliana, una delle nipoti di Cuccetto, che ha accompagnato Vignaclarablog.it in questo lungo viaggio in una delle famiglie più antiche di Ponte Milvio.

Siamo cresciuti tutti insieme, la classica famiglia tradizionale, tra noi ci sono cugini di terzo grado uniti come fratelli, perché non ci siamo mai separati, anche quando la famiglia si è ingrandita” – prosegue Giuliana nel racconto.

E quando appunto, solo per ragioni di parentela, con il matrimonio di Adele e la nascita dei suoi figli, alla famiglia Pallotta si aggiunge la famiglia Testoni, il gruppo resta unito e prosegue nella tradizione familiare.

A quei tempi, se si possedevano degli esercizi commerciali, tutta la famiglia veniva coinvolta nelle attività; una volta mio padre Dario, che all’epoca aveva dodici anni, all’alba rubò le chiavi del negozio e scese ad aprirlo. Quando più tardi mio nonno, temendo che fossero entrati i ladri, lo trovò all’interno della bottega, tirò un sospiro di sollievo e mio papà si giustificò dicendo che nel frattempo aveva “incassato ‘na cosetta”. Con quei soldi mio padre, che oggi ha 67 anni e gestisce la tabaccheria, andò a comprarsi un paio di scarpe da Ennio Shoes, altra attività commerciale storica di Ponte Milvio.” continua Giuliana mentre ci mostra delle fotografie d’epoca e una serie di cartoline postali “edizione Dario Pallotta”, raffiguranti Ponte Mollo. 

Da Hostaria e Osteria a Trattoria e Pizzeria

Agli inizi del 1900 l’hostaria diventa una tipica osteria romana, sempre a conduzione familiare ma questa volta con cibo e bevande servite nel locale, fino a che nel 1975 si trasforma a tutti gli effetti in trattoria romana e pizzeria.

Per Ponte Milvio gli anni ’70 sono gli anni della svolta, il periodo in cui dalla “vita di paese” il quartiere diventa “centro”, acquista un ruolo centrale per le attività commerciali, diventa luogo di ritrovo non più solo per chi lo abita ma anche per chi viene da altre zone di Roma.

Per i Pallotta quegli anni sono gli anni delle sere d’estate passate nel cortile della trattoria, quando sotto la pergola capitava di incontrare seduti a cena Alberto Moravia o Elsa Morante, ma anche gli anni della sala da biliardo che la stessa famiglia gestiva e che era punto di ritrovo dei più grandi.

Dopo zio Agostino, è stata la volta di zia Adele, che tutti chiamavano nonna; è cresciuta all’interno del ristorante, preparava tutto a mano, puliva le verdure, non c’era nulla che venisse fatto o preparato all’esterno dell’osteria. Quando siamo arrivati noi, i più piccoli, nonna Adele ci ha insegnato a cucinare, le ricette e i procedimenti culinari si sono tramandati davvero di padre in figlio.” – racconta Giuliana.

Ma c’è un’altra donna dei ristoratori Pallotta che ha fatto la storia della trattoria: Emma Testoni, la figlia di Adele, che insieme ai fratelli Giulio e Loretta, detta Lola, è stata una presenza storica a Ponte Milvio. “La signora col taccuino” che nessun cliente del ristorante potrà mai dimenticare, la “regina delle prenotazioni” che anche a locale pieno con pazienza un posto a sedere lo ha sempre trovato per tutti.

Mia mamma era una grande donna, dobbiamo tutto a lei, un’epoca passata dentro la trattoria; io mi occupavo della sala, accoglievo i clienti e lei sempre in cucina a preparare i piatti tipici della tradizione romana.” – ci racconta Emma al telefono con un po’ di malinconia.

Emma e i suoi fratelli impegnati nella gestione della trattoria e mamma Adele in cucina. I Pallotta sono rimasti al timone del ristorante fino al gennaio 2013 quando la gestione del locale è passata ad altri.

Non je la famo piùdisse un giorno Giulio, che subito dopo la cessione del ristorante e prima della sua morte improvvisa avvenuta a gennaio 2016 a soli 64 anni, continuò per altri tre anni a lavorare dietro il bancone del bar di famiglia.

 Libri, caffè e tabacchi

Quando nel gennaio del 2013 la trattoria cambia gestione, il negozio di tabacchi gestito da Dario prosegue nella sua attività e “Libri&Bar Pallotta”, fortemente voluto dai fratelli Valeria e Daniele Testoni – che dal 2008 lo hanno sostituito allo storico bar Pallotta facendolo diventare anche libreria – spicca il volo diventando il salotto letterario di Ponte Milvio oltre che locale dove poter consumare caffè e cappuccini.

libri-bar-pallottaIl nostro locale – racconta Daniele – è l’ultimo nato della famiglia Pallotta, ma solo perché nel 2008 abbiamo voluto avviare una ristrutturazione del vecchio bar biliardo che per tanti anni è stato gestito da mio nonno e mio zio. Con mia sorella Valeria, che ha un passato in uno dei più importanti gruppi di librerie indipendenti in Italia, abbiamo pensato che sarebbe stato bello fare un regalo ai residenti del quartiere ma anche a chi è solo di passaggio: garantire la possibilità di scegliere e acquistare un libro a chi viene a prendere solo un caffè e viceversa” .

“Il nostro bar libreria è proprio questo: una volta entrati si può scegliere cosa fare, sfogliare e comprare un testo o fare colazione, oppure entrambe le cose” conclude  Daniele che prima di salutarci ci svela un segreto.

“Questo è un periodo difficile per tutti, molti esercizi commerciali sono chiusi a causa delle restrizioni che l’emergenza Coronavirus impone, speriamo di riaprire presto e in totale sicurezza per i nostri clienti. Ma quest’anno è un anno speciale per la nostra famiglia, per cui ho deciso che non appena sarà possibile, magari in autunno, organizzeremo una grande festa per celebrare questo importante anniversario”.

E allora in attesa di vederli spegnere tutti insieme le duecento candeline, anche Vignaclarablog.it augura a tutta la famiglia un buon anniversario.

Ludovica Panzerotto

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4 COMMENTI

  1. Ho lavorato come manutentore nella trattoria Pallotta quando c’era la signora Adele di una bontà unica e suo figlio Giulio.

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