Ha portato in grembo il suo bambino fino a sette mesi fa. Poi, a sette mesi di vita lo abbandona in una carrozzina in un’affollata strada romana. Un mistero le motivazioni, quale travaglio psicologico l’abbia spinta a questo gesto è tutto da capire.
Una vicenda che conferma quanto l’essere umano sia maledettamente fragile, fallibile. Di quanto un gesto contro natura riesca ad essere compiuto in un attimo di folle irresponsabilità, della quale portarsi poi dietro il peso per il resto della vita. Oggi il bimbo sta bene ma la mamma è in prigione. Forse non si rivedranno più. O forse la vita darà loro una seconda chance di riprendere il cammino insieme.
Lei si chiama Valentina, ha 25 anni ed è due volte mamma single, oltre al neonato ha una figlia di quasi sette anni. Da qualche tempo erano ospiti di una struttura di prima accoglienza per donne sole con minori sulla Cassia. Assieme ad altre donne nella stessa situazione e con l’aiuto delle psicologhe del centro stava cercando di mettere ordine nella sua vita guardando al prossimo futuro.
Ma qualcosa scatta in lei. Nel pomeriggio di giovedì 27 febbraio si allontana dalla struttura e si dirige alla stazione Termini, il piccolo nella sua carrozzina, la bambina tenuta per mano.
Lì, in via Principe Amedeo, accosta il bimbo al muro. Lo copre per bene, gli lascia accanto il biberon pieno e il ciuccio. un ultimo sguardo alla carrozzina e poi via, verso un treno che sta partendo diretto a Monaco.
Trascorrono pochi minuti e quell’esserino abbandonato non passa inosservato. Scatta l’allarme, arriva la Polizia, il bimbo viene subito trasferito al Bambino Gesù, dove comunque giunge in buone condizioni, comincia la ricerca della mamma. La donna è stata ripresa dalle telecamere della via, le immagini in cui la si vede abbandonare la carrozzina vengono diffuse alla stampa. Una psicologa del centro sulla Cassia la riconosce e avverte gli investigatori fornendo loro il numero di cellulare di Velentina che tramite la cella telefonica viene individuata in zona Firenze.
L’allarme ora è per la Polizia di Bologna. All’arrivo del treno, gli agenti salgono, foto alla mano la riconoscono e la fermano:la bambina viene affidata ai servizi sociali, lei viene portata in carcere. Probabilmente verrà trasferita a Roma in queste ore, il processo per direttissima per abbandono di minori deve tenersi nel luogo in cui il reato è avvenuto.
A distanza di 48 ore da quando è stato compiuto restano ancora sconosciute le motivazioni del gesto. Si dice che – come riferito al Messaggero da un’ospite del centro sulla Cassia – Valentina avesse intenzione di raggiungere un giovane di cui è innamorata, un giovane però che non se la sentiva di farsi carico di un neonato.
Quale che sia la ragione, non saremo noi a scagliare la prima pietra. L’essere umano è maledettamente fragile, fallibile. E a 25 anni, solo nella vita, forse lo è ancora di più. (cc)
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