Home VIGNA CLARA Morto Flavio Bucci, indimenticabile Ligabue e Don Bastiano

Morto Flavio Bucci, indimenticabile Ligabue e Don Bastiano

flaviobucci
Galvanica Bruni

Il mondo dello spettacolo piange la scomparsa di Flavio Bucci, noto al grande pubblico soprattutto per l’interpretazione televisiva di “Ligabue” e per il personaggio di Don Bastiano in “Il Marchese del Grillo”.

L’attore aveva 73 anni. A rendere nota la sua scomparsa in un post su Facebook è stato il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino. Bucci da alcuni anni risiedeva infatti in una casa-famiglia a Passoscuro, sul litorale romano, dove si era trasferito dopo aver vissuto oltre trent’anni nel quartiere romano di Vigna Clara.

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Sono ancora tanti i residenti di via della Maratona, dove risiedeva, che lo ricordano passeggiare con passo malfermo per via di una frattura mai guarita, così come sono numerosi quelli che lo ricordano seduto al tavolino di un noto bar di via Orti della Farnesina intento a prendere il sole e un aperitivo e a scambiare quattro chiacchiere con chiunque si fermasse a salutarlo.

Il teatro rappresenta per me un’autentica passione, l’amore di tutta una vita. Sono ormai quarant’anni che faccio questo mestiere” ci confidò in un’intervista del 2009 passeggiando in un parco a due passi dalla sua abitazione.

E quando gli chiedemmo quale ragione particolare lo spingeva ad interpretare personaggi difficili a cui dava tutta la sua forza interpretativa, come ad esempio il “Fra Bastiano” nel “Marchese del Grillo” lui ci rispose che “i personaggi in fondo nascono dalla vita reale, quotidiana. Osservo la gente e da li nasce il personaggio. Ciascuno di noi possiede un lato oscuro, che non conosciamo ed io cerco di tirar fuori quel lato. Il mio e’ un lavoro psicologico, di introspezione”.

Non è stata facile la sua vita. Fatta di grandi successi professionali ma anche di dolori personali. Due mogli e tre figli “ma uno dopo l’altro sono dovuti scappare perché non è stato facile starmi vicino, alcuni hanno resistito e altri meno, si vede che era il mio destino” dichiarò al Corriere della Sera in un’intervista del 2018 nella quale  ammise che in teatro aveva guadagnato molto, “anche due milioni di lire al giorno” ma di aver speso tutto “in donne, vodka e cocaina“.

Mi sparavo cinque grammi di coca al giorno, solo di polvere avrò bruciato 7 miliardi” confessa nella stessa intervista sostenendo di essersi distrutto nel fisico anche con l’alcol ma che “la vita è una somma di errori, di gioie e di piaceri, non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco?

Flavio Bucci era nato a Torino il 25 maggio del 1947 e si era formato presso la scuola del Teatro Stabile della stessa città. Il suo primo film e’ stato nel 1972 “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri accanto a Gian Maria Volonté. Sempre diretto da Petri ha lavorato ne “La proprietà non è più un furto” con Ugo Tognazzi.
Nel 1977 si è fatto conoscere dal grande pubblico recitando nello sceneggiato televisivo RAI “Ligabue” vincendo il Nastro d’Argento come migliore attore protagonista.
Per la televisione ha lavorato molto. Citiamo ad esempio “Il diavolo al Pontelungo”, “La Piovra”, “I Promessi Sposi”.
Per il grande schermo citiamo invece “L’Agnese va a morire”, “Suspiria” di Dario Argento, “Il Marchese del Grillo” di Mario Monicelli, “Caterina va in città” e “Il Divo” di Paolo Sorrentino. Ha partecipato a numerose produzioni teatrali, molte delle quali da lui anche scritte.

Ludovica Panzerotto

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