La ricerca di quelli che Luigi Plos, moderno esploratore, chiama “i luoghi segreti a due passi da Roma” , ci ha portati in Via di Salone per visitare le grandi e antichissime cave di tufo.
Le cave, con alcuni laghetti annessi, sono ben visibili dalla Tangenziale est ma nella realtà difficilmente raggiungibili perché tutta l’area è recintata e circondata da grandi capannoni industriali; sopravvivono ancora piccole aree coltivate e zone boscose e le vestigia di antichissimi casali, tra cui quello di S.Eusebio.
Il casale è impreziosito da una bella torre del XIII secolo alta 26 metri, realizzata in “tufelli” e con uno zoccolo di grandi lastre di travertino; la sommità presenta invece una merlatura “guelfa”.
Via di Salone si trova sulla Via Tiburtina in prossimità della località di Settecamini; è una lunga strada che si collega alla Collatina ed è molto trascurata perché i cumuli di rifiuti non mancano.
Poco prima del GRA sulla destra c’è un grande laghetto di pesca molto ben tenuto con belle strutture e prati verdi circondato da alte pareti di tufo con ciclopiche aperture. Purtroppo da questo luogo le cave non sono raggiungibili e allora bisogna ingegnarsi e trovare tra i grandi capannoni un lembo di rete strappata e un muretto di cemento da scavalcare. Attraversato un brutto prato ci si ritrova poi al di sopra delle grandi cave di tufo.
In questo luogo negli anni passati sono stati girati una infinità di film polizieschi e storici tra cui alcune scene del colossal Ben Hur; le cave sono di origine romana e qui nell’antichità fu estratto il tufo che trasportato con barconi sull’Aniene servì per la costruzione del Colosseo.
In tempi più recenti quando il tufo è stato sostituito dal cemento le cave sono state abbandonate e oggi rimane una fetta di terreno lunga circa 500 metri che nasconde giganteschi antri. Il luogo è davvero segreto e misterioso e anche un po’ tenebroso; qui la solitudine è assoluta e gli enormi vani dagli alti soffitti incutono grande soggezione.
Tra la vegetazione molto fitta e i rovi si aprono, come gigantesche fauci, le grotte che in tempi recenti hanno ospitato anche dei senza tetto. Purtroppo il luogo, come la maggior parte dei luoghi solitari nei pressi di Roma, è molto degradato con avanzi di bivacchi e materiali edili e plastiche di ogni tipo.
Scendendo da un ripido e sassoso sentiero sulla sinistra c’è una vecchia cava che riempita dalle acque piovane ha formato un laghetto dalle acque color inchiostro; ma anche nella macchia si trovano pozze con acqua stagnante e altre sono all’interno delle grotte.
Le cave di Via di Salone sono uno dei luoghi in assoluto più misteriosi e caratteristici nei pressi della città ma anche , vuoi per la natura del terreno e la solitudine, uno dei più inquietanti. La visita di questi luoghi lascia addosso un senso di meraviglia ma anche di disagio forse per quelle volte ciclopiche che gravano sui nostri corpi piccini.
Nell’osservare queste gigantesche caverne sorrette al centro da colonne di tufo viene spontaneo chiedersi come mai nel nostro paese luoghi che potrebbero trasformarsi in straordinari itinerari di visita (come Monte delle Grotte o le grotte di Grottarossa) vengano invece abbandonati e sacrificati all’oblio: una forma di masochismo istituzionale o una grave mancanza di fantasia?
Francesco Gargaglia
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Grazie per la citazione, cari! Apprezzo!
Vi devo portare all’interno di una di queste cave
particolarmente nascosta e suggestiva!
Luigi Plos