
La vicenda dell’occupazione di suolo pubblico con dehors e tavoli all’aperto a Ponte Milvio approderà in aula giudiziaria. Il GIP di Roma ha accolto le tesi della Procura della Repubblica di Roma rinviando a giudizio tre dipendenti comunali e due imprenditori.
I fatti risalgono ad alcuni anni addietro e a scoprire le irregolarità sarebbero stati i carabinieri di Ponte Milvio che all’epoca pare abbiano inviato diverse informative in Procura, probabilmente anche a seguito di alcuni esposti inoltrati negli anni successivi. Fra questi sembrerebbe esserci anche quello annunciato dalla Giunta del XV Municipio il 5 gennaio 2017, in occasione della seduta straordinaria di Consiglio al termine della quale venne approvato il piano di Massima Occupabilità di Ponte Milvio.
E infatti, negli ultimi giorni di gennaio 2017 i militari fecero visita agli uffici amministrativi del XV sequestrando i faldoni con le pratiche dai quali, come trapelò in quei giorni, sarebbe emersa una situazione di irregolarità dovuta al fatto che, stando agli investigatori, gli uffici municipali avrebbero concesso alcune autorizzazioni ad occupare il suolo pubblico pur in presenza del diniego della Soprintendenza di Stato, competente in tal senso in quanto Ponte Milvio ricade nell’area definita “Città Storica” e quindi sotto “l’ala” di tale Ente.
Insomma, una situazione che secondo la Procura presentava aspetti poco chiari che potevano lasciar supporre comportamenti non corretti a favore di chi otteneva quelle autorizzazioni ipotizzando il reato di abuso di ufficio nei riguardi di soggetti pubblici.
L’inchiesta abbraccia un arco temporale tra il 2013 e il 2016 e, stando a quanto reso noto in queste ore sia dal Corriere della Sera che da Il Messaggero, ad esser stati indagati dai PM e nelle ultime ore rinviati a giudizio dal GIP sono tre dipendenti (o ex) del Municipio XV: Antonella Gibilisco, responsabile del SUAP, sportello unico attività produttive, poi trasferita in altra sede; Luigi Todde, della direzione tecnica amministrativa, e Mario Fiore, dirigente della UOT, Unità Organizzativa Tecnica. Rinvio a giudizio anche per Fabio Ponari, del locale Roma Beer Company, e Leonardo Sassi del Panificio Nazzareno.
Per i primi tre l’accusa è di abuso d’ufficio perché avrebbero permesso la collocazione abusiva dei tavolini sul largo marciapiede di Ponte Milvio nonostante il parere negativo della Soprintendenza e, per quanto attiene alla responsabile del Suap, il non aver vigilato sul mancato pagamento dei canoni di occupazione di suolo pubblico, nonostante fosse suo compito farlo, “cagionando all’amministrazione un danno patrimoniale” di circa 100mila euro, poi versati nel corso dell’indagine. Per i due imprenditori l’ipotesi di reato è invasione insieme con l’abuso d’ufficio.
Stando all’indagine, i due locali nel 2014 avrebbero presentato in Municipio una richiesta di occupazione di suolo pubblico sulla quale la Soprintendenza si esprime negativamente. Poco dopo – i due casi si svolgono in tempi diversi ma in modalità parallela – viene presentata una richiesta di occupazione “temporanea” e come tale viene invece autorizzata dal Municipio salvo poi, alla scadenza, essere rinnovata con la formula “fino all’adozione del Piano di Massima Occupabilità da parte del XV“. Così facendo, secondo i PM l’occupazione da temporanea diventava quasi perenne visto che il cosiddetto PMO è stato approvato a gennaio 2017.
Sarà ora il giudice a dover dirimere la spinosa questione.
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