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Umberto Bendoni, a 107 anni l’uomo più longevo di Roma

Umberto Bendoni
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“Grazie papà per averci accompagnato nella nostra vita dal primo giorno … per aver girato il mondo in lungo e largo senza mai dimenticare l’indirizzo di casa, per essere stato il meno invasivo possibile. Per aver sopportato guerra, crisi, lutti e sofferenze senza mai cedere, per averci trasmesso dei valori che riteniamo di possedere e di poter anche trasmettere …”

Sono queste le parole che quattro figli, sette anni fa, hanno scritto nell’ultima pagina dell’album che raccoglie le foto più importanti della vita del loro papà e che gli hanno regalato per festeggiare il centenario del suo compleanno: gratitudine, anche a nome dell’intera famiglia, per esserci sempre stato per tutti e in ogni momento.

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È la storia di Umberto Bendoni, classe 1912, l’uomo più longevo di Roma, tra i primi nel Lazio e certamente il più anziano del XV Municipio. Oggi nonno Umberto di anni ne ha 107 e vive nella sua villa a più o meno 5 km da Prima Porta accudito dalla famiglia.

Dopo il servizio del TGR a cura di Rossella Santilli andato in onda lo scorso 13 novembre anche la redazione di Vignaclarablog.it è andata a conoscerlo, per farsi raccontare la sua lunga vita e perché no, svelare qualche piccolo segreto della sua longevità.

 La grande famiglia di Umberto

“In questi giorni non mi sento tanto in forma e non sono abituato perché nella mia vita sono sempre stato energico e vivace” – ci accoglie così il Signor Bendoni che in compagnia della figlia e della nipote ci saluta con un gran sorriso e una stretta di mano ancora forte.

Quattro figli, Massimo, Carla, Enrico e Ludovica, otto nipoti e undici bisnipoti, quando parla di loro Umberto guarda fuori dalla grande finestra, una parete a vetri che dà sul giardino di quella casa che tanti anni fa proprio lui fece costruire dopo averne acquistato il terreno e dove spesso tutta la famiglia si raccoglie per festeggiare ricorrenze importanti o anche solo per organizzare “piccoli tornei di calcio familiari”.

È proprio il tema della famiglia che ricorre in tutti i racconti che nonno Umberto con l’aiuto di Ludovica e Daniela Bendoni ci fa.
“La vita è la famiglia” ci ripete più di una volta e il segreto sembra essere davvero tutto lì, nel legame familiare, in quella casa che in tutti questi anni è sempre stata un punto di ritrovo per tutti loro.

Umberto Bendoni è nato il 31 ottobre di centosette anni fa da mamma Bianca e papà Armando che, insieme a suo fratello Gianni, compaiono nella maggior parte delle foto che compongono l’album regalo per i suoi cento anni e in tante delle cornici sparse nel salone di casa della figlia.

Tra Roma e Anzio: l’amore, il mare e il canottaggio

Più di un secolo vissuto tra Roma, la sua città natale, e Anzio, la dimora estiva della famiglia Bendoni che ancora oggi accoglie i suoi nipoti per trascorrere le vacanze scolastiche e che tantissimi anni fa ha fatto innamorare Umberto di Maria Luisa, la ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie e madre dei suoi figli.

Nel 1915, tre anni dopo la nascita di Umberto, nasce suo fratello Gianni; la figlia Daniela ci racconta che il loro legame non era solo fraterno ma molto di più: inseparabili per una vita intera tra il mare, la vela, il canottaggio e l’equitazione, separati solo dalla morte prematura di Gianni che troppo presto ha lasciato solo il fratello.

Sfogliando l’album e ascoltando i racconti di Umberto, il tempo scorre all’indietro, quando alla fine degli anni ‘30 i due fratelli sono campioni d’Italia di canottaggio e festeggiano le loro vittorie sportive con la Tevere Remo: le foto in bianco e nero li ritraggono uno a prua e uno capovoga, sempre insieme.

Una vita trascorsa con la passione per lo sport che ha avuto un ruolo di primo piano per Umberto e Gianni e che con il tempo è stato trasmesso a figli e nipoti.

I racconti di Umberto

Umberto è stato in guerra e la racconta spesso, sono passati tanti anni ma il ricordo è ancora vivo.

Nella sua vita poi ci sono stati i viaggi in giro per il mondo e in Italia, Capri, la Val Gardena, la Sicilia, il Brasile, l’Argentina, per diletto ma anche per lavoro, quel lavoro che il Signor Bendoni non ha mai abbandonato fino a 86 anni; poi ancora un grande amore per la cultura e per i libri.

Se hai un libro leggilo anche tre volte e lo troverai sempre diverso” c’è scritto nel suo album. Non poteva mancare la passione per il cibo, buongustaio in generale e da buon italiano con una predilezione per la pasta.

Pillole di saggezza e regole centenarie

La figlia Ludovica ci racconta che proprio lui alle volte si chiede quale possa essere il segreto della sua longevità ma che alla fine l’unica certezza che Umberto ha è sull’amore per la sua famiglia, per i suoi cari che non ci sono più e per quelli che riempiono le sue giornate.

L’energia travolgente che ha contraddistinto Umberto per una vita intera traspare ancora tra le rughe del suo viso, dallo sguardo vispo e dalle espressioni degli occhi segnati dal tempo e dagli eventi, quell’energia di cui lui ancora oggi parla, quella che per più di un secolo lo ha caratterizzato e che ha coinvolto tutta la sua famiglia.

La descrive benissimo uno dei suoi figli nell’album quando raccontando la vita di suo padre riporta alcune delle “regole centenarie” di Umberto, buoni consigli per tutti: “Nessun buon film vale un salutare colpo di sonno” e poi ancora “il Carpe Diem è decisivo e quasi 37mila giorni lo dimostrano” e poi “Bevi il latte, mangia sano e dormi presto”.

Allora grazie nonno Umberto, anche noi faremo tesoro dei tuoi consigli, sperando ci portino fortuna.

Ludovica Panzerotto

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