No, non basta seminare via della Giustiniana di trappole con cavi in acciaio dove a finire strozzati sono soprattutto i cinghialotti. Non basta arrivare in via Labranca, impugnare una pistola, sparare e uccidere un cucciolo dandosi poi alla fuga. Ora la moda, a La Giustiniana, è andare a caccia di ungolati con arco e frecce.
L’ennesima segnalazione su questi atti di barbarie arriva ancora dall’attivo Comitato di Quartiere “La Giustiniana e dintorni”: in via Labranca un cucciolo di cinghiale è stato trovato, fortunatamente ancora vivo, trafitto da una freccia.
Denunciato l’episodio alle forze dell’ordine, Francesco Petrucci, presidente del Comitato, su facebook scrive: ” Ennesimo episodio, non se ne può più! L’incolumità è sempre più a rischio, e questa barbarie senza senso è il sintomo di ignoranza per non dire altro. Aspettiamo di piangere qualcuno?”
Già, perché quella freccia scoccata contro il cinghialotto avrebbe potuto colpire un passante, un bimbo intento a giocare sul verde – via Labranca confina infatti con un parco – un adulto mentre fa jogging. Ma ad alcuni poco importa, il dagli al cinghiale – reo solo di essere attratto dai rifiuti alimentari abbandonati sulle strade – poco importa.
Come dicevamo, in zona La Giustiniana, facendo salve le migliaia di onesti residenti, vivono purtroppo persone che della caccia all’ungolato ne hanno fatto motivo di ossessione.
Meno di un anno fa, un bracconiere che stava posizionando trappole lungo via della Giustiniana fu sorpreso da alcuni volontari del Comitato di Quartiere che stavano pulendo la strada. Datosi alla fuga, alle sue spalle lasciò oltre venti trappole scoperte dai guardiaparco del Parco di Veio subito chiamati e intervenuti. Trappole che risultarono micidiali non solo per i cinghiali ma anche per i cani portati a passeggio.
Qualche mese prima altri due episodi. Nel primo, a trovare un piccolo ungolato semi strozzato e a liberarlo fu un residente che faceva jogging. Nel secondo, furono trovate diverse trappole sempre lungo via della Giustiniana e quando VignaClaraBlog.it ne dette notizia ci fu chi, su facebook, si vantò di esserne l’autore, nella certezza che sui social si può scrivere e descrivere di tutto, anche le proprie vigliaccate.
E come non ricordare infine l’episodio dell’anziano che, giunto con la sua auto in via Labranca, sporge il braccio dal finestrino impugnando una pistola, spara un colpo prendendo in pieno un cucciolo e poi si dà alla fuga?
Tutto questo non bastava. Ora c’è chi gioca “agli indiani” con arco e frecce, novelli “Tori Seduti” da quattro soldi di periferia.
Edoardo Cafasso
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Purtroppo anche se può sembrare incredibile la caccia agli ungulati “con arco e frecce” è consentita dalla legislazione nazionale in materia di caccia (Legge 1992) e dalla legge regionale; il colmo è che anche la “caccia di selezione” può essere effettuata con arco (compound o tradizionale) purchè abbia una potenza minima di 50 libre. Il fatto grave è che la freccia da caccia scoccata anche da un arco potente difficilmente uccide l’animale (le foto parlano chiaro!) e questo lo sottopone e prolungate sofferenze. Difficile considerare questa norma (proibita solo in 3 regioni del Nord e in Sardegna) una norma CIVILE.
Peccato che nella foto sia rappresentato un dardo e non una freccia, quindi scoccata da un cacciatore di frodo con balestra, assolutamente vietata per tale scopo in Italia.
Trovo che la caccia in se sia barbara ed inutilmente (perché non serve a nessuno se non ai fabbricanti di armi ed articoli per la caccia) crudele. Sia essa praticata con fionda, arco, balestra, bazooka o a mani nude. E non si dica che i cacciatori siano amanti della natura e degli animali: basta vedere come a volte trattino i loro cani, anche crudelmente.