Domenica 24 marzo, com’è noto, il tradizionale mercato dell’antiquariato di Ponte Milvio non s’è tenuto in quanto la Polizia Locale di Roma ne ha impedito l’apertura. La manifestazione settimanale che lungo via Capoprati si ripeteva da oltre vent’anni ed alla quale da più parti d’Italia arrivavano numerosi operatori del settore oltre agli artisti, ai pittori, agli artigiani che vi esponevano le loro opere, è stato sospesa sulla base di una sentenza del TAR Lazio della quale abbiamo dato conto nel nostro articolo del 26 marzo.
E come tutte le medaglie che hanno una seconda faccia, anche questa vicenda si presta ad un’altra interpretazione. In tal senso riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione inviataci dalla società “Arti e Mercati srl“, organizzatrice della manifestazione.
“La manifestazione il cui svolgimento è stato inibito domenica 24 marzo dall’intervento dei vigili urbani è una manifestazione ben nota a tutti gli abitanti del quartiere, a tutti i cittadini romani, ai turisti e ai numerosi visitatori che la affollano. Si tratta di una manifestazione di carattere socio culturale e commerciale che offre uno spazio ben servito e controllato per l’esposizione e la vendita di oggetti vintage, di opere del proprio ingegno, di piccole cose e di antiquariato e modernariato nonché per una piacevole passeggiata domenicale.
L’area che ospita la manifestazione e che è posizionata in Via Capoprati, nel tratto tra Ponte Milvio e Ponte Duca d’Aosta, fa parte del demanio regionale ed è stata concessa in uso esclusivo all’organizzatore dalla Regione Lazio, previa procedura selettiva, al fine di svolgervi una manifestazione socio culturale commerciale da tenersi nei giorni di sabato e domenica di ogni mese. Dal 1997 ad oggi, la manifestazione si è svolta regolarmente, suscitando nel pubblico un crescente interesse fino a diventare un appuntamento tradizionale.
Fino al 2016, i rapporti con il Municipio (prima XX poi XV) sono stati sempre improntati alla massima collaborazione. La prassi instaurata dal Municipio è stata in un primo momento quella di chiedere all’organizzatore di presentare una domanda di autorizzazione, poi puntualmente accolta. Poi, a partire dal 2014, il Municipio ha ritenuto superfluo anche questo adempimento ed ha consentito che le manifestazioni fossero svolte semplicemente previo invio dell’elenco dei partecipanti e previo pagamento di diritti di istruttoria.
Nell’aprile 2016, il Municipio XV ha iniziato ad opporre ostacoli immotivati alla stessa ricezione della comunicazione dell’elenco dei partecipanti e/o ad ogni istanza di autorizzazione, adducendo una modifica della modulistica e rifiutando, al tempo stesso, di fornire la modulistica da utilizzare. L’organizzatore, nel tentativo di adempiere alle indecifrabili richieste dell’amministrazione, si è visto costretto ad utilizzare la sola modulistica pubblicata sul sito del Municipio, in qualche modo, e per qualche limitato aspetto, attinente alla attività svolta, ovvero la S.C.I.A. per l’apertura degli esercizi di vicinato per un periodo di tempo limitato.
A dette S.C.I.A. è stata opposta una “dichiarazioni di inefficacia”. Le note sono state impugnate innanzi al T.A.R. e la sospensiva del rigetto della S.C.I.A. è stata accolta dal Consiglio di Stato. L’amministrazione non ha tuttavia desistito da un atteggiamento ingiustificatamente ostile.
Per uscire dalla situazione di impasse che si era creata, il Vice Presidente e Assessore al Commercio, Artigianato e Attività Produttive, Cultura e Turismo ha spinto l’organizzatore a partecipare ad un bando per l’autorizzazione di sei manifestazioni in un anno su aree private. In realtà pure questo strumento era inappropriato perché si trattava di sei sole manifestazioni in un anno.
L’organizzatore, volendo cogliere tale apertura, ha risposto positivamente all’invito, ma facendo salvi esplicitamente i propri diritti. Esaurito quindi il periodo del bando, l’organizzatore, conformandosi alla prassi seguita fino al febbraio 2016, ha svolto le sue manifestazioni previo invio dell’elenco dei partecipanti e previo pagamento dei diritti di istruttoria.
Nel giugno 2017, il Municipio XV ha poi iniziato ad inviare all’organizzatore richieste di pagamento di una tassa – a carico di ciascun espositore e per ogni manifestazione – a titolo di diritti di istruttoria relativi alle comunicazioni di vendita, un balzello pesante per gli espositori.
L’organizzatore ha sempre puntualmente risposto a dette note sottolineando l’impossibilità di adempiere al pagamento della tassa che avrebbe scoraggiato gli espositori dal partecipare alle manifestazioni e perciò chiedendo quanto meno di poter conoscere le norme e/o le delibere in base alle quali le stesse erano formulate, ma ha ottenuto solo risposte evasive. A conferma dell’assenza di una qualsiasi base legale della pretesa, l’importo della tassa a carico di ciascun espositore è stato poi elevato.
Infine, a febbraio 2018, l’amministrazione municipale ha iniziato ad inviare direttamente ai singoli espositori richieste di pagamento retroattive per ogni manifestazione a cui gli stessi avevano partecipato.
Tutte queste iniziative, unitamente all’insinuazione di un atteggiamento negligente o addirittura disonesto da parte dell’organizzatore ha determinato un notevole disorientamento negli espositori, anche i più affezionati. Hobbisti, piccoli antiquari, collezionisti, piccoli artigiani un tempo abituali frequentatori della manifestazione si sono quindi via via andati riducendo.
Nel febbraio 2019 il TAR del Lazio ha fissato, come è d’obbligo, l’udienza di discussione del ricorso presentato quasi due anni prima dalla organizzazione per l’annullamento del rigetto della S.C.I.A.
Come spesso accade, il ricorso aveva però nelle more perso senso perché la S.C.I.A. in questione comunque aveva una efficacia limitata nel tempo (luglio 2016) e questa si era nel frattempo esaurita. Sicché il TAR ha dato atto del fatto che non vi era più l’interesse della parte ricorrente alla decisione ed ha emesso una sentenza (ndr: la n. 02082/2019 pubblicata il 15.2.2019) con la quale ha dichiarato la carenza sopravvenuta di interesse.
Alcuni passaggi contenuti non già nella parte decisoria della sentenza, ma nella narrativa dei fatti e nel riepilogo delle memorie presentate anche dal Municipio, sono stati poi da quest’ultimo utilizzati per ordinare ai vigili urbani di intervenire per multare gli espositori. Fortunatamente qualche voce era trapelata e l’organizzazione ha potuto tempestivamente avvertire gli espositori di non montare i loro stand.
Domenica 24 marzo i vigili sono intervenuti in forze per impedire la manifestazione ed elevare le multe. Solo un espositore ha voluto montare ed ha ricevuto una multa di cinquemila euro. Gli espositori si sono dispersi. I visitatori hanno trovato l’area vuota. Il Municipio è riuscito a realizzare ciò che voleva? Ma cosa vuole il Municipio?”
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Una domanda per cortesia… in cosa consiste l’aspetto “sociale e culturale” della “manifestazione”, che sembra essere più un semplice mercato dell’usato, che peraltro sarebbe una degna e legittima attività.
Cerchiamo per una volta.di pensare agli altri cioe’ a chi opera nel settore ,dei lavoratori autonomi che non chiedono nulla.ma la possibilita’ di proporre delle belle cose a cifre basse ed oggetti che hanno rappresentato la nostra storia e civilta’ un appello ad assessori, municipio, demanio , regione non.ci aumentate i gia’ tanti nostri problemi.grazie
Come al solito gli avvocati di cui si servono queste organizzazioni favoriscono solo lo scontro con le amministrazioni, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 è, anzi riguarda l’adempimento di quanto è previsto in un documentino specifico dell’iniziativa che riporta tutta una serie di accorgimenti da realizzare per garantire condizioni di sicurezza per gli operatori e per la popolazione. Ad esempio gli allacci se previsti alla rete elettrica, oppure la disposizione dei banchi, l’orientamento e le distanze, la disponibilità di servizi igienici come i bar, le aree di parcheggio e di stazionamento dei mezzi, ecc., ecc..
Invece di caricare su inesistenti ingiustizie delle amministrazioni sarebbe meglio favorire gli adempimenti che non sono costosi come questi avvocati, ne tanto meno onerosi e questi mancati adempimenti come si può notare semplici, pregiudicano lo svolgimento dell’iniziativa.
Il ruolo determinate della politica avvicinare i cittadini alle istituzioni. Pensiamoci!
Fare polemica nuoce alla serenità della gente.I mercatini sono allegria,ma tutto deve essere monitorato .Aspettiamo con pazienza e non ricorriamo ad indegne ed onerose proteste.
Per completare il commento “acido” del 30 marzo 2019 evitando così di mettersi tra gli appassionati del “senno di poi” si segnala che in zona, in via dell’Acqua Traversa al civico 187/189 – Roma 00135 c’è la Sede dell’Istituto Nazionale per la Formazione Aziendale “INFORMA s.r.l.” società che da oltre trent’anni svolge attività di informazione e formazione sulle diverse normative vigenti relativa ad ogni attività, mettendo a disposizione delle aziende personale altamente qualificato, ribadisco altamente qualificato in grado di fornire corsi di formazione specifica e mirata rivolti a professionisti, artigiani, commercianti, dirigenti, funzionari, dipendenti, ecc., ecc., pubblici e privati.
Corsi nei casi, finanziati parzialmente o totalmente dallo stato comunque a basso costo.