Biologica, nostrana, coraggiosa: sono le peculiarità della produzione di Vittorio Scoccini, giovane imprenditore agricolo. Le buone idee nascono da un pensiero fugace, uno spunto, un odore; la difficoltà è nella crescita, nel duro percorso di studi, sacrifici e tentativi. I più tenaci raggiungono l’obiettivo, come per Vittorio e la sua azienda Agricola Nera. VignaClaraBlog.it, sempre in cerca di giovani realtà del territorio da mostrare, l’ha voluto incontrare.
Vittorio Scoccini, classe ’86, è nato e cresciuto nel cuore di Roma Nord, a un passo da Ponte Milvio. Oggi si è spostato di poco, nel quartiere Flaminio, ma tutti i giorni percorre 90 km per raggiungere Narni. Lì, nell’affascinante campagna dell’Umbria, ha creato la sua azienda: Agricola Nera.
Com’è nata l’idea di avviare Agricola Nera? Gli chiediamo. “La mia famiglia possiede quel terreno da moltissimi anni e mi affascinava l’idea di vivere in mezzo alla natura, la città mi è sempre stata un po’ stretta. Così, mi sono laureato in Agraria all’Università degli Studi di Firenze e sono tornato con un progetto”, ci racconta.
Il progetto era di riqualificare i terreni di famiglia per occuparsi di agricoltura biologica e allevamento allo stato libero, nel nome della riscoperta delle cose semplici, della genuinità e della qualità. Così, lungo il fiume Nera da cui prende il nome, nel 2013 è stata inaugurata l’azienda Agricola Nera, dopo un lungo e intenso lavoro.
Oggi vanta 15 ettari di seminativo e 20 ettari di uliveto, produce olio extra vergine d’oliva DOP biologico e alleva maiali di cinta senese, polli, tacchini, faraone, anatre e oche; tutti all’aperto, senza uso di antibiotici e nutriti con alimenti privi di OGM.
Punta di diamante dell’azienda è un prodotto nostrano, tipico delle regioni centrali, ma abbandonato da tempo: la cinta senese. “Ho voluto valorizzare una razza italiana, sana, selvatica e che viene allevata allo stato brado. – ci spiega Vittorio Scoccini – Ma ha bisogno di ampi spazi, è poco prolifera e ci mette circa 21 mesi ad arrivare in produzione. Queste caratteristiche non rispondono alle esigenze dettate dalle produzioni di livello industriale. Per questo motivo, negli ultimi decenni, sono stati favoriti dal mercato i maiali del nord Europa”.
Infatti, lamenta la poca attenzione della nostra società nei confronti dei prodotti tradizionali. “Gli spagnoli, – aggiunge – hanno capito la preziosità del loro pata negra, prosciutto del maiale di razza iberica con particolarità simili alla cinta senese, e hanno saputo valorizzarlo. In Italia, invece, abbiamo favorito prodotti di animali provenienti dall’estero, come il San Daniele”.
Ogni lavoro, ogni scelta, hai i suoi lati positivi e negativi. Quali sono quelli di un giovane imprenditore agricolo? “Sei il capo di te stesso. – ci risponde – Sei libero di scegliere in cosa credere, su cosa focalizzarti, come gestire e organizzare il lavoro. Ma ci sono le consegne da rispettare e, per quanto tu sia bravo, ci sono agenti difficili da domare e che influiscono su terreni e animali, come il tempo. Il biologico è più etico, più rispettoso, più sano, ma estremamente vulnerabile e necessita un’attenzione continua”.
Vittorio Scoccini ha tracciato le sue idee sulla terra e, attraverso un assiduo impegno, ogni giorno ne coglie i frutti che distribuisce tra ristoranti, salumifici e privati. A noi non resta che lasciarci avvolgere dai sapori e profumi della tradizione di qualità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA