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Aspettando Godot a Monte Antenne

Monte Antenne
Galvanica Bruni

Le pinete si sa sono lungo i litorali dove clima e terreno ne favoriscono la crescita; a volte sono anche in città e rappresentano, come nel caso di Monte Antenne, un luogo di grande fascino.

Con i suoi 60 metri di altezza Monte Antenne è un monte che sovrasta il corso del Tevere tant’è che i romani vi costruirono l’antica Antemnae e altri romani un forte, facente parte di un sistema difensivo che appena realizzato venne subito abbandonato.

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Monte, forte e pineta hanno conosciuto nel passato tempo migliori ; se si osserva una pianta di Roma ci si accorge che il monte, rivolto verso Nord, altro non è che il proseguo di Villa Ada e costituisce una straordinaria terrazza sul Tevere e sulla sua fertile piana.

Dopo la breve esperienza del campeggio nato negli anni 60 in occasione della XVII Olimpiade Monte Antenne è andato incontro ad un progressivo quanto ingiustificato abbandono che anno dopo anno ha ridotto l’area ad una trascurata foresta. Stessa sorte il bel forte che dopo essere stato ceduto al Comune di Roma ha subito un progressivo e inarrestabile degrado.

Passato dal Demanio al Comune e dal Comune al Municipio su questo forte si sono fatti innumerevoli progetti ipotizzandone la trasformazione in ostello, galleria d’arte, albergo, centro per i malati di Alzheimer senza però che se ne facesse nulla; ora sembra che il II Municipio voglia mettere mano all’opera tant’è che il 31 gennaio scade il termine per la presentazione di eventuali progetti.

E nel frattempo? Nel frattempo Monte Antenne con il suo bel forte rimane in attesa di tempi migliori in una condizione di degrado incredibile; ci siamo andati in una mattina fredda e umida e il cattivo tempo ci ha fatto sembrare il luogo ancora più desolato.

Il degrado ha inizio già in Via del Ponte Salario nei pressi dell’accesso a Villa Ada dove abbondano rifiuti, pozzanghere e marciapiedi frantumati. Salendo verso il monte si ha l’impressione di essere ghermiti dalla vegetazione che incombe sulla strada.

Anni fa documentammo oltre l’abbandono anche la strage di pini a causa del vento; la situazione non è affatto migliorata e il Grande Piano Marshall del Comune di Roma per la pulizia dei parchi sembra essersi dimenticato di questo luogo.

Le erbacce crescono disordinate tra i pini che non hanno affatto un bell’aspetto; tante le piante secche e quelle abbattute mentre tantissime altre sono marcate con una “X” di colore rosso. Pini destinati all’abbattimento? Molto probabile: è sufficiente alzare lo sguardo per vedere rami rinsecchiti privi di aghi.

Se la pineta versa in uno stato di generale trascuratezza il Forte ha l’aspetto di una discarica, almeno quello che si riesce a vedere, che poi altro non è che l’ingresso con ponte levatoio (“ammalorato” come leggiamo in un sito).

Il forte è chiuso, in stato di abbandono e proprio di fronte all’ingresso sono stati accatastati rami, spazzatura e qualche decina di copertoni. I resti di una qualche pulizia terminata prima del tempo?

Uno spettacolo mortificante che aggiunge sconforto alla visione degradata di tanta bellezza: lasciamo come sempre correre la fantasia e immaginiamo la pineta di Monte Antenne trasformata in un parco avventura, in un ciclo-parco per mountain bikes, in un arboreto, un orto botanico, una gigantesca area cani, una grande palestra all’aperto con percorsi ad ostacoli e baite in legno di cirmolo dove sorseggiare una bevanda fresca e mangiare una sacher……

Il richiamo di una persona anziana che fa correre il suo pastore tedesco ci riporta alla realtà; gli chiediamo informazioni su quella montagna di rifiuti davanti al forte ma non ne sa nulla. Forse fanno parte del paesaggio.

Francesco Gargaglia 

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