
Mal’Aria, overo città soffocate dallo smog, dove l’aria è irrespirabile sia d’inverno sia d’estate (tra le principali fonti di emissione il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole) e dove l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, in Italia se ne contano 38 milioni e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti.
È quanto emerge da Mal’aria 2019, il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in Italia che restituisce un quadro puntuale del 2018.
Un anno da codice rosso per la qualità dell’aria, segnato anche dal deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia europea in merito alle procedure di infrazione per qualità dell’aria e che costerà multe salate alla Penisola.
A parlare chiaro sono i numeri: nel 2018 in ben 55 capoluoghi di provincia sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono (35 giorni per il Pm10 e 25 per l’ozono). In 24 dei 55 capoluoghi il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta, per i cittadini, di aver dovuto respirare aria inquinata per circa 4 mesi nell’anno.
Un quadro preoccupante che per Legambiente indica l’urgenza a livello nazionale di pianificare misure strutturali capaci di abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento presenti e di riportare l’aria a livelli qualitativamente accettabili.
Misure che spesso oggi mancano, dimenticando così che in Europa, stando ai dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, sono oltre 422mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico el’Italia si colloca tra i paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015.
E che i trasporti stradali costituiscono una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane – come ricorda l’ISPRA – una mobilità sostenibile consentirebbe di limitare le emissioni in aria dal trasporto stradale garantendo il soddisfacimento della domanda di mobilità dei cittadini.
Per questo per Legambiente la sfida importante che oggi deve affrontare il Paese è quella di fare della mobilità sostenibile il motore del cambiamento e di ripensare le città per le persone, non per le auto – è questo il cambio di paradigma che deve prendere piede nella Penisola.
Mal’Aria a Roma
A Roma nel 2018 Mal’Aria per 94 giorni complessivi: 72 giorni “fuorilegge” con Ozono oltre i limiti e 22 di superamento del livello massimo consentito per le PM10 entro i limiti di giornate di superamento consentite dalla legge. La capitale è al decimo posto in classifica, peggiore assoluta nel centro-sud.
“L’ozono nei mesi caldi e le polveri sottili d’inverno soffocano Roma – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – c’è bisogno di liberare i centri urbani dalle automobili ed è indispensabile farlo per l’ambiente e la salute di ciascuno. Contro l’inquinamento atmosferico della capitale c’è bisogno di soluzioni determinate e in grado di liberare Roma dalle automobili che l’attanagliano tutti i giorni: via le auto dal centro e ben vengano corsie preferenziali per i mezzi ATAC, nuove ciclabili, nuovi tram e trasporto pubblico collettivo ma tutto ciò non può e non deve rimanere solo su carta o nel libro dei sogni: ora sono indispensabili miglioramenti concreti per la vita delle persone, negli spostamenti quotidiani e nell’aria che si respira e non dei continui blocchi alle metropolitane, mezzi pubblici in panne o stazioni di metro chiuse ai quali siamo sciaguratamente abituati”.
Edoardo Cafasso
Ndr: Per leggere il dossier nazionale Mal’Aria 2019 cliccare qui
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