Home ATTUALITÀ Alessia Lirosi, quando la penna è più potente della spada

Alessia Lirosi, quando la penna è più potente della spada

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Galvanica Bruni

La conquista al diritto all’istruzione è molto recente in Europa. Il libro di Alessia Lirosi Libere di sapere – il diritto delle donne all’istruzione dal Cinquecento al mondo contemporaneo – è un excursus storico ed un viaggio nel nostro recente passato fatto di sacrifici e conquiste, lotte e speranze che hanno portato oggi le nuove generazioni, i millennials, a dare per naturale l’opportunità di studiare, apprendere ed usufruire di un bene intellettuale.

Alessia Lirosi giornalista professionista, è laureata in Scienze Politiche e in Storia, poi ha conseguito un Master in “Tutela Internazionale dei Diritti Umani” alla Sapienza e nel 2011 il Dottorato di ricerca in “Società, politiche e culture dal tardo medioevo all’età contemporanea”, oltre ad aver lavorato per 5 anni come giornalista nella Direzione Comunicazione e Attività Culturali dell’UNICEF Italia.

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Nata e cresciuta al Fleming, ha all’attivo 2 monografie che hanno entrambe ricevuto un Premio ed un romanzo giallo “Il gatto che sapeva troppo”, anch’esso vincitore di un premio.

Il 10 ottobre 2014 Malala Yousafzai all’età di soli diciassette anni viene insignita del Premio Nobel per la pace. Il blog della BBC per il quale scriveva rappresentava “il simbolo degli infedeli e dell’oscenità” agli occhi degli integralisti islamici, che occupavano militarmente il suo paese, Mingora, in Pakistan. Lei aveva la grande colpa di far conoscere al mondo il regime di terrore, oltre che promuovere il diritto all’istruzione femminile. Un giorno un uomo armato, appartenente ad un gruppo talebano, le sparò nell’autobus mentre tornava da scuola. Si trasferì in Inghilterra dove venne curata e dove in seguito proseguì gli studi. La storia di Malala è il simbolo della difficoltà per le donne di poter accedere al diritto all’istruzione ancora oggi. 

A cosa si è ispirata per scrivere questo libro?

“Durante la mia esperienza lavorativa all’Unicef ho visto molti casi e storie di bambini che non potevano andare a scuola, soprattutto bambine, non soltanto per le condizioni economiche ma per pregiudizi di genere nei loro confronti. Per me andare a scuola era sempre stata una cosa scontata.

alessia-lirosiHo trovato questo fatto talmente ingiusto e mi ha colpita a tal punto da decidere di scrivere un libro. Inoltre, durante il dottorato all’Università mi sono occupata di questioni relative alla alfabetizzazione femminile nei secoli passati e al modo in cui le donne erano educate. Ho ritrovato quindi lo stesso pregiudizio nei confronti delle capacità intellettuali delle donne e delle loro abilità di apprendimento. Quello che avevo visto nella realtà contemporanea in alcuni paesi lo avevo poi ritrovato nel passato dei paesi Europei.

Mi sono resa conto che nei nostri paesi abbiamo la possibilità di andare a scuola ma fino a qualche tempo fa non lo era esattamente come non lo è ancora in tanti paesi del mondo. Nel passato del mondo occidentale se nascevi femmina solitamente (e semplificando) o ti sposavi o facevi la monaca.”

Perché è importante ripercorrere la storia e le lotte che hanno portato le donne alla conquista del diritto all’istruzione?

Quello che per noi oggi è un diritto scontato prima non lo era. E’ giusto avere consapevolezza del percorso e di tutte le battaglie che si sono fatte per veder riconosciuto questo diritto. Per non dimenticare cosa hanno dovuto combattere e soffrire, per poter andare a scuola, le donne prima di noi.

Cos’è per lei il valore dell’istruzione e della cultura?

Sono fondamentali perché aumentano la consapevolezza, la capacità critica di analizzare il mondo, le informazioni che ricevi. L’istruzione è formativa per l’essere umano e per la sua libertà.

Cosa s’intende per empowerment right?

Un diritto che permette di esercitare non solo il diritto stesso ma anche altri diritti. Quindi il diritto all’istruzione è un empowerment right perché, in linea di massima, se io sono istruita riesco ad esercitare con più consapevolezza anche altri diritti: il diritto di voto, il diritto alla salute, so che ho un diritto all’autodeterminazione.

Quindi essere istruito/a mi rende consapevole del fatto che sono titolare di tanti altri diritti e che posso esercitarli e chiederne il rispetto.

Qual è secondo lei nell’ambito dell’istruzione, la strada ancora da percorrere per arrivare alla parità di genere?

Nei paesi occidentali almeno per quanto riguarda l’istruzione siamo riusciti ad arrivare ad una parità di genere. Anzi i dati dicono che le ragazze sono anche più brave a scuola, sono la maggior parte dei laureati. Mentre in altri paesi la maggior parte dei bambini che non vanno a scuola sono femmine, e tra gli adulti analfabeti o poco istruiti le donne sono circa i ¾: quindi qui c’è ancora tanto da fare.

In Italia, invece, oggi il problema è la disparità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro e il cosiddetto “soffitto di cristallo”, ossia la difficoltà per le donne di accedere a posizioni apicali.

Francesca Bonanni

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