Ci sono dubbi difficili da dissipare quando non si è esperti in materia, ancor di più se i nodi da sciogliere riguardano l’ambito medico. Se poi ad attanagliare sono questioni specifiche, meglio chiedere consiglio ad uno specialista perché la rete, si sa, non si è ancora laureata in medicina.
Ed ecco quindi le cinque domande che avreste sempre voluto fare all’urologo (ma che non avete mai avuto il coraggio di fargli).
Le abbiamo poste al prof. Maurizio Buscarini, Chirurgo Urologo, Direttore della UOC di Urologia di Villa Betania e Professore associato di Urologia presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Chi è l’urologo e di cosa si occupa?
L’urologo è il medico chirurgo che si occupa della prevenzione e della cura di tutte le patologie a carico dell’apparato urinario (reni, vescica, ureteri, uretra) sia maschile che femminile e delle ghiandole (maschili) annesse quali prostata e testicoli.
Che differenza c’è tra urologo e andrologo?
L’andrologo si occupa esclusivamente dei problemi maschili legati alla sessualità e ai genitali esterni, mentre l’urologo è il medico chirurgo che tratta tutte le patologie dell’apparato urinario (sia benigne che maligne) ma anche di prostata e testicoli.
Che cos’è la prostata e quando bisogna iniziare a preoccuparsene?
E’ una ghiandola annessa all’apparato urinario maschile che ha il compito di attivare la forma più potente del testosterone e di produrre il PSA, enzima fondamentale alla sopravvivenza degli spermatozoi.
Con il passare degli anni possono iniziare a manifestarsi delle problematiche legate all’ingrossamento della prostata o all’innalzamento del PSA. La difficoltà di urinare, il bruciore, la sensazione di urgenza o quella di non svuotare completamente la vescica al termine della minzione, con la successiva necessità di tornare al bagno subito dopo, sono tutti sintomi strettamente collegati alla prostata e, se trascurati, possono portare ad infezioni, fino alla ritenzione acuta di urina con l’impossibilità di urinare.
Quindi è bene sottoporsi a controlli urologici una volta all’anno dopo i 50 anni (40 anni se si ha familiarità con il tumore della prostata); oppure in giovane età se si hanno disturbi.
Che cos’è il PSA e quando è allarmante il suo valore?
Il PSA è un enzima prodotto dalla prostata che, rendendo il liquido seminale meno denso, consente agli spermatozoi di muoversi e quindi di sopravvivere. L’antigene prostatico specifico, o PSA, è presente nel liquido seminale in alta concentrazione mentre nel sangue soltanto in piccole quantità; ma, in molteplici condizioni fisiologiche o patologiche, il PSA va in circolo.
È bene sottolineare che il PSA non è, quindi, un “tradizionale” marker tumorale, come erroneamente si potrebbe pensare, ma un indicatore che necessita della competenza specifica dell’urologo per poter essere correttamente interpretato.
Il valore del PSA deve essere, infatti, calzato a pennello per ogni singolo paziente in base all’età, ai disturbi urinari e soprattutto all’andamento di anno in anno. Ecco perché non basta controllare il range dei valori di laboratorio ma bisogna recarsi annualmente dall’urologo.
L’urologo cura anche le donne?
Certo! Anche le donne hanno l’apparato urinario (reni, ureteri, uretra e vescica) e inoltre l’urologo, o meglio l’uroginecologo, si occupa anche di patologie quali l’incontinenza urinaria femminile e i prolassi.
Roma Urologia – Prof Maurizio Buscarini
Chirurgo Urologo, Direttore della UOC di Urologia di Villa Betania e Professore associato di Urologia presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma
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