Martedì, 23 Ottobre, nella parrocchia di Sant’Andrea Apostolo, a Osteria Nuova, si è tenuto il primo degli incontri previsti nell’ambito del “percorso partecipativo”annunciato dall’assessore capitolino Pinuccia Montanari lo scorso 5 ottobre per condividere con la cittadinanza locale il progetto di impianto di compostaggio che Campidoglio ed AMA vogliono realizzare a Osteria Nuova, poco dopo Cesano.
Un percorso che, a dir la verità, arriva a valle della decisione già presa dalla Giunta capitolina e che, stando alle premesse, non sembra lasciare molto spazio alle motivazioni di chi si oppone all’impianto.
La gestione del processo partecipativo è stata affidata alla società “Ascolto Attivo srl” che è stata individuata da Ama tramite una ricerca di mercato. Ma i residenti attendevano la presenza almeno dell’assessore Montanari se non addirittura della sindaca Raggi.
“Spiace rilevare la scarsa voglia da parte del Comune di Roma, della Sindaca Raggi, di avere dei rapporti con i propri cittadini. Eppure le amministrazioni non dovrebbero avere dogmi” si legge infatti sulla pagina facebook dei comitati che si oppongono alla realizzazione dell’impianto.
L’incontro non è stato scevro infatti da contestazioni. A riassumerle è una nota congiunta diffusa dal Comitato di Quartiere “Insieme per Cesano” e da quello “Osteria Nuova”, dal Comitato “NO al COMPOSTATORE”, dal Consorzio “Poggio dei pini” e dall’Associazione “Progetto comune”.
“Con AMA e Comune di Roma nasce la magia di un percorso partecipativo a posteriori, mai visto prima” scrivono contestando il fatto che il processo di partecipazione sia stato avviato a valle e non a monte della decisione presa dalla Giunta capitolina.
“La VIA presentata alla Regione Lazio, inerente l’impianto di compostaggio nel XV Municipio, zona Cesano ed Osteria Nuova, risulta essere carente della modulistica partecipativa alla collettività: con abile mossa da prestigiatori hanno richiesto una proroga alla VIA di sei mesi per completare l’iter. Peccato non ascoltare le voci dei cittadini, di quel popolo che già agli inizi del 2017, tra comitati di quartiere, associazioni ambientali e consorzi, abbiano confermato un secco NO, comprovato dalla consegna di decine di pagine di documentazione, ove risultano evidenti situazioni di notevole impatto ambientale in un’area densamente abitata, di carente viabilità, di presenza di depuratori quale Cobis, di criticità per l’elevata presenza di siti nucleari ENEA ove persiste il deposito delle scorie radioattive della Sogin“.
“Oggi, ancora una volta i cittadini ribadiscono il loro netto NO al compostaggio, confermando la erronea scelta del sito” sostengono i comitati chiedendo: “sapranno i tecnici della municipalizzata e la stessa Roma capitale individuare aree prive dei tanti vincoli sopra descritti? Diverse direttrici, ci parlano di siti idonei limitrofi alla Cassia Veientana o vecchie cave..Ma si sa le cave sono della proprietà di Malagrotta e quelle non si toccano“.
A dare supporto alle motivazioni dei comitati è Giuseppe Mocci, consigliere FI in Municipio XV, che così dichiara: “durante l’incontro di ieri ad Osteria Nuova, i cittadini e comitati del territorio hanno espresso, per l’ennesima volta, la netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto di compostaggio in via della Stazione di Cesano. Un no inequivocabile che conferma come il territorio periferico del XV Municipio, già vessato dalla presenza di strutture tecnologiche fortemente impattanti e dalla mancanza di infrastrutture adeguate, non possa essere la pattumiera di Roma. Raggi se ne faccia una ragione e si attivi per trovare un sito alternativo”.
E a Mocci fa eco il consigliere regionale Giuseppe Cangemi, Vice Presidente del Consiglio regionale del Lazio sostenendo che “Virginia Raggi dovrà individuare un altro sito dove spedire i camion Ama carichi di umido da smaltire: la periferia del XV Municipio non sarà il capro espiatorio della sua inadeguatezza e incapacità amministrativa“.
“Non stupisce la posizione assunta dai residenti, nell’incontro avvenuto ieri, poiché già durante l’audizione in Consiglio regionale, a settembre, i comitati e le associazioni avevano ampiamente illustrato e motivato le ragioni della loro contrarietà all’impianto di compostaggio: il territorio di Cesano-Osteria Nuova – afferma Cangemi – deve fare i conti già con un elevato livello di inquinamento ambientale; per non parlare della viabilità, a dir poco critica, che non potrebbe tollerare un continuo andirivieni di camion. Raggi prenda atto del suo ennesimo fallimento e porti la spazzatura da qualche altra parte”.
E dello stesso avviso è anche Daniele Torquati, capogruppo PD in XV Municipio che parla di “pasticcio compiuto” in una nota nella quale si afferma che “Una decisione presa senza confronto con il territorio, la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale con l’assenza di un percorso partecipato con i quartieri di Cesano e Osteria Nuova, la beffa dell’incontro di ieri con Comitati e associazioni locali che tenta di mettere una toppa sull’assenza di partecipazione: il pasticcio è compiuto“.
“Giustamente i cittadini e i residenti hanno fatto sentire la loro voce e hanno detto NO all’ipotetico impianto di compostaggio che Ama e Roma Capitale avevano già deciso di posizionare nei quartieri di Cesano e Osteria Nuova. Uno spettacolo degno del pressappochismo e della mancanza di trasparenza di questa triste stagione a 5 Stelle. La Sindaca Raggi – conclude Torquati – prenda atto di questa sua stagione senza regole, senza programmazione, senza idee”.
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Non erano presenti ne’ la “Sindaca ne’ l’Assessora”, però erano presenti in borghese e mescolati tra la gente AGENTI di POLIZIA. Chi ha commissionato la loro presenza in pieno anonimato? Cosa pensano la “Sindaca e l’Assessora” che Osteria Nuova, Cesano, Anguillara siano covi di delinquenza tale da giustificare l’impiego delle benemerite Forze dell’Ordine, distogliendo queste preziose risorse da incarichi di tutela e sicurezza del territorio ben più importanti?
Questa Giunta Comunale continua a stupire i Cittadini Romani per la incapacità di confronto e una incompetenza a gestire i rapporti sociali tale da dover ricorrere a società private per gestire la farsa di un “processo partecipativo fuori tempo massimo. Che squallore.