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    Tutti a scuola con il rebus dell’autocertificazione

    Fabrizio Azzali

    A Roma e in tutto il Lazio la campanella del primo giorno di scuola suonerà il prossimo 17 settembre.

    Per poter entrare in classe non sarà necessaria la certificazione di avvenuta vaccinazione da parte della Asl, ma un’autocertificazione o, meglio, una “qualsivoglia documentazione che possa essere considerata idonea a comprovare l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ovvero la richiesta di vaccinazione all’Azienda Sanitaria”, per utilizzare le parole del Ministro della Salute Giulia Grillo.

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    Basta difatti una dichiarazione sostitutiva di vaccinazione per la prima iscrizione alla scuola dei bambini dai 0 ai 6 anni, mentre in caso di piccoli fra 6 e 16 anni (dunque non per la prima iscrizione) resta valida la certificazione presentata per l’a.s. 2017-2018 se il minore non deve effettuare nuovi vaccini o richiami.

    La circolare Grillo-Bussetti

    Il 5 luglio scorso è stata difatti presentata la nuova circolare dei titolari dei dicasteri di Salute e Istruzione, Grillo e Bussetti, in forza della quale per l’a.s. che si sta avviando sarà sufficiente presentare l’autocertificazione per le vaccinazioni obbligatorie, anziché l’intera documentazione rilasciata dalla Asl.

    Ecco cosa prevede nello specifico la circolare.
    Per il solo a.s. 2018/2019, in ipotesi di prima iscrizione, nel caso in cui i genitori non presentino entro il 10 luglio 2018 la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni, i dirigenti scolastici potranno ammettere i minorenni alla frequenza sulla base delle dichiarazioni sostitutive presentate entro il termine di scadenza per l’iscrizione, fatte salve le verifiche previste sulla veridicità delle predette dichiarazioni. Resta invece ferma resta ferma la necessità di provare le condizioni di esonero, omissione o differimento.

    Se invece la procedura d’iscrizione all’a.s. 2018/2019 è avvenuta d’ufficio, il minorenne è ammesso alla frequenza sulla base della documentazione già presentata nel corso dell’a.s. 2017/2018, a meno che il minorenne non debba essere sottoposto a una uova vaccinazione o a un richiamo; in quest’ultimo caso i genitori, salvo che non sia necessario provare le condizioni di esonero, omissione o differimento, hanno la facoltà di presentare, entro il 10 luglio 2018, una dichiarazione sostitutiva dell’avvenuta vaccinazione, che sarà soggetta alle verifiche previste.

    Per quanto concerne le iscrizioni ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia dopo il 10 luglio, per il solo a.s. 2018/2019 il minorenne avrà accesso ai servizi presentando la documentazione necessaria, ivi compresa la dichiarazione sostitutiva. Anche in tale ipotesi, resta ferma la necessità di provare le condizioni di esonero, omissione o differimento.

    In ogni caso, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia, la circolare ribadisce che la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti non comporterà la decadenza dall’iscrizione e i minorenni potranno frequentare la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia dal momento in cui i relativi genitori/tutori/affidatari avranno presentato la documentazione ovvero la dichiarazione sostitutiva con le modalità sopra descritte.

    La reazione dei presidi

    Immediata è stata la presa di posizione contraria dei presidi degli istituti scolastici. Quest’ultimi, infatti, attraverso l’“Associazione Nazionale Presidi”, hanno avvertito che alla riapertura delle scuole i genitori dei bambini che andranno ai nidi e alle materne dovranno comunque presentare il certificato di avvenuta vaccinazione rilasciato dalla Asl.

    A loro giudizio, la circolare non avrebbe efficacia rispetto al disposto della legge. n.119/2017 (c.d. legge Lorenzin): il contenuto della circolare non solo confliggerebbe con la vigente legislazione sulla certificazione delle vaccinazioni obbligatorie, ma contrasterebbe anche con la previsione normativa secondo cui i certificati medici non possono essere sostituiti da altro documento.

    L’Anp si è peraltro detta più volte contraria sia all’idea di permettere la frequenza scolastica negli asili nido e nelle scuole materne in assenza del certificato delle Asl sia all’idea di classi differenziate per i bambini immunodepressi.

    È nondimeno seguita la precisazione del Ministero dell’Istruzione per cui eventuali responsabilità connesse ad autocertificazioni non veritiere sui vaccini ricadranno esclusivamente sugli autori delle stesse e non sulla dirigenza scolastica: dunque sino a quando resterà in vigore l’attuale legge sugli obblighi vaccinali, per garantire la tutela della salute di tutti i bambini e in particolare di quelli immunodepressi, dovranno essere comunque effettuati i controlli previsti sulle veridicità delle autocertificazioni.

    La salute dei bambini prima di tutto

    Dobbiamo chiedercelo: un utilizzo così massificato dell’autocertificazione non rischia di compromettere la salute dei bambini?

    L’indirizzo previsto dalla recente circolare – che permette ai genitori di iscrivere i propri figli alle scuole senza dover dimostrare con alcun documento sanitario di essere in regola con il piano vaccinale, ma semplicemente con una autocertificazione – potrebbe non tutelare efficacemente i bambini più fragili i quali, non avendo avuto possibilità di scelta sulla vaccinazioni, non si sono potuti proteggere.

    Per i pazienti affetti da immunodeficienze, infatti, alcuni vaccini sono inefficaci e altri, in alcuni casi, sono dannosi. In tale situazione, la vaccinazione generalizzata risulta indispensabile per permettere la presenza di queste persone in contesti di vita sociale comune e ordinaria, com’è la scuola, aumentandone indiscutibilmente la qualità della vita.

    Poteva forse essere prevista l’accettazione delle autocertificazioni unicamente nel caso in cui le Asl non fossero state in grado di rilasciare le certificazioni, circostanza che i genitori avrebbero dovuto dichiarare sotto la propria responsabilità?

    L’anno scolastico si sta comunque aprendo nel caos con i presidi che evidentemente si dimeneranno a macchia di leopardo: alcuni presidi faranno difatti entrare i bambini muniti dell’autocertificazione, altri presidi non li faranno entrare seguendo il disposto vigente della legge Lorenzin, i genitori dei bambini immunodepressi chiederanno poi di inserire i loro figli in classi composte da bambini vaccinati.

    Chiara Meoli

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