
Concluse le operazioni di smantellamento dei container di proprietà del Comune di Roma – numerosi sono stati distrutti nonostante fossero costati ai contribuenti romani circa 20mila euro ciascuno, altri sono stati portati via – nel camping River di via Tenuta Piccirilli, il campo nomadi noto ormai anche a livello nazionale per la presunta prossima visita del Ministro Matteo Salvini, ora oltre duecento persone, tra le quali tantissimi bambini, vivono accampate.
Sono rimaste sul posto, senza servizi, senza acqua e senza un tetto sotto al quale dormire. Hanno allestito sistemazioni di fortuna a ridosso dei moduli distrutti con materassi in terra, i più fortunati sotto delle tende. Fortemente a rischio la situazione igienico-sanitaria.
Nessuna delle famiglie rimaste senza moduli abitativi ha infatti accettato le ultime soluzioni proposte dal Campidoglio che prevedevano la separazione di madri e figli, a cui veniva offerta assistenza da una parte, e padri, che si sarebbero trovati lontani dai propri congiunti dall’altra.
ANR: “vogliamo la Protezione Civile”
Con il caldo, l’afa e l’assenza di alternative certe, la situazione sta peggiorando di ora in ora. E’ il motivo per cui, lunedì 9 luglio dalle 8 alle 12, i Rom accampati nel River manifesteranno in via Tenuta Piccirilli guidati dall’Associazione Nazione Rom che ha reso noto che aver ottenuto l’autorizzazione della Questura di Roma a scendere in strada.
Obiettivo della manifestazione è ottenere l’intervento della Protezione Civile a favore di chi vive ancora nel campo.
CPI: “è ora di dire basta”
Di tutt’altro tono sarà invece la manifestazione di Casapound organizzata per lo stesso giorno, ma alle 18, a poca distanza dal camping River, esattamente in via Tiberina 210 altezza Evolflor.
L’organizzazione politica scende in piazza, come già fatto lo scorso 26 aprile, per chiedere l’immediata chiusura del campo e lo fa dopo una campagna che ha visto scandire ogni giorno quanti ne mancavano al 30 giugno, data nella quale il Campidoglio si era impegnato a calare il sipario sulla vicenda River.
“Siamo costretti a constatare che per l’ennesima volta Comune di Roma e Municipio XV hanno disatteso gli impegni presi con la cittadinanza: la scadenza prevista per il 30 giugno è stata ignorata e di fatto il campo rom del camping River di via Tiberina persiste ancora sul nostro territorio. Avevamo promesso che saremmo andati fino in fondo e così sarà” scrivono gli organizzatori annunciando: “risponderemo con una grande manifestazione Contro speculazione e malaffare, facciamo sentire la nostra voce: è giunto il momento di dire basta“.
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