Lo scorso 28 marzo è stata pubblicata la sentenza-macigno emessa dalla Sezione Terza del TAR Lazio sulla vicenda riapertura Stazione Vigna Clara e attivazione della linea Vigna Clara-Ostiense. “Il giudizio emesso è a dir poco misterioso sia dal punto di vista tecnico che amministrativo, ed ora sono in corso contatti tra gli avvocati ed il TAR per capire il senso della sentenza“.
E’ quanto afferma Stefano Testi, presidente del Comitato un “Un Anello per Roma” annunciando una manifestazione nel corso della quale saranno fornite “le ultime novità in merito alla vicenda”. L’appuntamento è per sabato 21 aprile, alle 11, in Piazza Diodati alle spalle della stazione.
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L’invito a partecipare numerosi é rivolto a tutti, a chi ci ha sempre creduto, a chi comincia a crederci ma soprattutto a coloro i quali hanno ancora tanti dubbi da fugare. Questo é il momento giusto per partecipare e per confrontarsi. Io ci sarò.
Io pure
ho scorso la sentenza, lettura lunga e complessa più di una tratta ferroviaria. Richiamo il paragrafo 8, da cui apprendiamo che la Regione Lazio si è completamente disinteressata della vertenza, fino a nemmeno costituirsi in giudizio. Complimenti ai nostri amministratori e governanti del territorio !
Organizziamo per il mese di maggio un girotondo Pacifico sotto casa dei Magistrati che hanno vergato la sentenza de quo ?
La riapertura della stazione è stata vietata per:
a) mancanza della Valutazione di Impatto Ambientale riferita alle opere che hanno costituito modificazione o estensione del Progetto originale. Il TAR ha precisato che “rispetto alla tratta ferroviaria autorizzata ed effettivamente esercìta nel 1990, il progetto attuale di suo ripristino prevede significative variazioni di esercizio, tutte comportanti nuove previsioni di carico “ ;
b) inadeguatezza delle modalità di verifica delle vibrazioni indotte dal traffico ferroviario. Per questo ultimo aspetto le verifiche vanno fatte simulando condizioni di funzionamento coerenti con quelle che si avranno nel normale esercizio dell’opera. Per la linea ferroviaria di Vigna Clara la verifica è stata eseguita utilizzando treni più leggeri che viaggiavano a velocità inferiori a quelle previste dalla futura normale operatività.
Per questi motivi il TAR ha condannato “ RFI s.p.a., Italferr s.p.a., il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Lazio ed il Comune di Roma, … a non disporre la riattivazione della linea ferroviaria secondo quanto meglio precisato nei paragrafi 8 ss. e 9 ss. della presente sentenza” .
La sentenza ci dice che il nuovo sistema di trasporto, perfetto sul piano tecnico, non può partire perché non si sono rispettati adempimenti procedurali richiesti per autorizzarne la messa in esercizio.
Il TAR ha accolto molto parzialmente e limitatamente le richieste dei ricorrenti, stabilendo un divieto di riattivazione della linea solo secondo quanto meglio precisato nella motivazioni della sentenza.
Al paragrafo 8 citato nella sentenza, è scritto:
” Vanno, pertanto, accolti, in parte qua, i motivi aggiunti della causa RG n. 3923/2002, nonché il ricorso introduttivo ed i primi motivi aggiunti della causa RG n. 14966/2015, attesa l’illegittimità derivante dall’omessa sottoposizione dei progetti alla preliminare verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale, con conseguente condanna di RFI s.p.a., nonché delle altre amministrazioni intimate, ciascuna per la parte di propria competenza, a non disporre l’attivazione della linea ferroviaria secondo previsioni di carico, di tipologia e di velocità dei convogli ferroviari che risultino diverse rispetto a quelle già autorizzate, e rese operative, nel 1989-90. ”
Ossia RFI non può disporre l’attivazione della linea secondo previsioni di carico, tipologia e velocità diverse rispetto a quelle di Italia ’90.
Ergo, RFI può benissimo e da subito riattivare la linea secondo le stesse modalità di Italia ’90, con treni passeggeri e velocità limitata a 55 km/h.
Bravo Anonimotelecomiano.
Se Mario Santo avesse partecipato alla manifestazione del Comitato Un Anello Per Roma, tenutasi questa mattina alle ore 11.00 proprio davanti alla Stazione di Vigna Clara, avrebbe compreso quanto da Lei specificato, ovvero che RFI può benissimo riattivare la linea secondo le modalità di Italia ’90, con treni passeggeri.
Siamo fiduciosi che questo accadrà nel prossimo futuro perché un’opera pubblica così importante per la collettività non può morire cosi.
STAZIONE DI VIGNA CLARA E RESPONSABILITA’ PUBBLICHE
Alla manifestazione c’ero e nell’occasione ho espresso l’opinione che la sentenza del TAR fa prevedere, ancora una volta, rilevanti ritardi nell’entrata in esercizio della stazione di Vigna Clara.
In via preliminare il TAR delimita l’oggetto della decisione che è in procinto di prendere e precisamente:
1. La questione della violazione dei regolamenti tecnici di settore e degli standard tecnici nazionali ed internazionali in materia di vibrazioni, come sostenuto dai ricorrenti;
2. La contestata necessità di eseguire la Valutazione di Impatto Ambientale prima dell’inizio dei lavori.
Per quanto riguarda le vibrazioni ( punto 1.) il TAR, avvalendosi del sostegno tecnico della Commissione di Verifica, giudica fondata la questione del pericolo derivante dalle vibrazioni e dalle possibili interferenze alla tenuta statica degli edifici. Nel paragrafo 9.1 dettaglia le carenze tecniche e metodologiche alla base della sua valutazione. Al paragrafo 9.3 conclude che “ … limitatamente alle questioni sui pericoli derivanti dalle vibrazioni… le censure di parte ricorrente devono essere dichiarate fondate, essendo emersa la necessità di effettuare , come imprescindibile condizione per la riapertura della linea ferroviaria , alle condizioni previste nei progetti comunicati da RFI nel 2016, la nuova e più approfondita campagna sperimentale descritta nella relazione finale di verifica”.
Quanto alla questione della Valutazione di Impatto Ambientale (punto 2. ) il TAR stabilisce che “… vanno accolti i motivi aggiunti della causa R.G. 3923/2002 … attesa l’illegittimità derivante dall’omessa sottoposizione dei progetti alla preliminare verifica di assoggettabilità a VIA”. Più oltre aggiunge che “ rimane salva la facoltà delle Amministrazioni competenti, qualora ne ravvisino l’opportunità , di attivare da capo tutti i necessari procedimenti di verifica di impatto ambientale”.
Sulle decisioni del TAR non ci sono, quindi, dubbi : non si apre la linea ferroviaria se non dopo che si sia adempiuto, da parte delle Amministrazioni locali e di RFI, a quanto richiesto sopra. Vedremo più avanti quali sono i tempi necessari.
La conclusione è che un servizio di trasporto pubblico che doveva e poteva essere messo a disposizione della città già da qualche anno, è stato bloccato prima da ragioni risultate infondate sollevate dai ricorrenti, poi da giugno 2016, da inadeguate modalità di applicazione delle procedure di verifica e controllo delle vibrazioni (RFI) e da mancata esecuzione di Valutazione di Impatto Ambientale (Enti Locali), prescritta dalla legge.
Premesso che, come detto, già nel 2016 è stata giudicata corretta la esecuzione “tecnica” dei lavori di ferrovia e stazione, se RFI da un lato e Enti locali da altro lato avessero adottato, nell’adempimento dei rispettivi compiti di controllo e verifica, modalità più “ professionali” oggi non si starebbe qui a parlare di rinvii a tempo indeterminato della messa in esercizio di ferrovia e stazione.
Quello che emerge, quindi, è un problema “politico” che tocca il modo spesso inadeguato di funzionare della Pubblica Amministrazione.
Caro anonimotelecomiano, purtroppo se la situazione fosse così semplice RFI chiederebbe domani mattina il nullaosta per la riattivazione del servizio passeggeri secondo le modalità di Italia ’90. Nei fatti si sa che RFI dovrà procedere comunque alla campagna sperimentale per misurare gli effetti vibrazionali nonostante, come giustamente dice Lei, gli atti autorizzativi del 1989-90 siano pienamente legittimi (anzi, paradossalmente prevedevano il passaggio di treni persino più pesanti di quelli che si vorrebbero far viaggiare, i Jazz).
Non essendo a roma il 21 aprile non ho potuto partecipare alla riunione ma, essendo molto interessata alla soluzione del problema ” stazione” , vorrei sapere se e quando RFI ha intenzione di procedere alla campagna sperimentale .
Le reazioni di RFI che ho avuto modo di leggere lascerebbero ipotizzare che, almeno in parte, tale sentenza possa non provocare il temuto stop “sine die” in quanto il divieto appare limitato e non assoluto. Una buona tattica volta a combattere il burocratismo che trasuda da quanto accaduto con le sue stesse armi (cfr un memorabile film su Asterix e la burocrazia imperiale…) potrebbe mettere i ricorrenti nelle condizioni di ricorrere ancora, e ancora, e ancora con dispendio di soldi per avvocati ecc. ecc. Il silenzio di RFI in materia, dopo quel comunicato, mi sembrerebbe eloquente… Ovviamente è solo la speranza di uno come me che è stufo dell’inquinamento burocratico della nostra vita, ben più pericoloso di quello ambientale…
Siamo arrivati intanto a giugno, quali sviluppi ci sono stati in merito alla campagna sperimentale che deve affrontare RFI ai fini del rilascio del nulla-osta in autunno?
Io credo che sia una grossa incongruenza dove rinunciare ad un’opera pubblica così importante che permetterebbe di snellire il traffico che è molto intenso e che vivi dovrebbe sicuramente l’inquinamento ambientale Altroché impatto ambientale favorevole qui per l’interesse di pochi si sta commettendo un grave errore nell’impedire Che un’opera pubblica con soldi nostri già spesi vengo a messa in opera