
Danneggiamento e interruzione di pubblico servizio. Sarebbero queste le ipotesi di reato alla base del fascicolo aperto – al momento senza indagati – dalla Procura della Repubblica di Roma in relazione alle ultime vicende del campo nomadi River di via Tenuta Piccirilli, sulla Tiberina, dove da diversi i giorni gli oltre 400 ospiti, di cui la metà minori, vivono in condizioni igienico sanitarie molto precarie.
L’impianto idrico, che serve anche a depurare le acque reflue, si è infatti guastato e da giorni a rifornire di acqua potabile il campo è la Protezione Civile con un autobotte e migliaia di bottigliette.
Stando al Campidoglio, la responsabilità del cattivo funzionamento dell’impianto sarebbe della Cooperativa Isola Verde che da dodici anni gestiva il campo fino a quando, lo scorso 30 settembre, lo stop definitivo imposto dal Campidoglio ha messo fine al rapporto contrattuale.
Ma vista la grave situazione igienico-sanitaria venutasi a creare (e accertata da un sopralluogo dell’Asl Roma 1) e visto che la Cooperativa ha ufficialmente dichiarato di essere titolare dell’impianto idrico e di depurazione, lo scorso 23 ottobre la sindaca Raggi ha firmato un’ordinanza che obbliga Isola Verde a provvedere a proprio carico al ripristino dell’impianto nei tre giorni successivi e, qualora ciò non avvenga, sarà il Comune a farlo addebitandole le spese.
Ma è nelle ultime righe dell’ordinanza che si può trovare un secondo aspetto: “la funzionalità di tale impianto deve essere mantenuta fino al 30 novembre“.
Di fatto – quale interpretazione diversa si può dare? – si tratta di un’ulteriore proroga alla permanenza dei nomadi nel campo.

Nomadi che se restano ancora lì è per colpa di Isola Verde. Lo afferma ancora l’ordinanza dicendo che “la cooperativa non ha intrapreso alcuna valida azione per accompagnarne la fuoriuscita, contravvenendo all’impegno contrattualmente assunto con Roma Capitale e concorrendo così alla situazione di criticità igienico-sanitaria”.
In effetti, come ci venne riferito lo scorso 29 settembre in occasione della diretta del TGR Lazio dal campo River, fra giugno e settembre 2017 la cooperativa Isola Verde avrebbe dovuto materialmente adoperarsi a favore dei suoi ospiti raccogliendo la documentazione, mettendoli in contatto con gli uffici comunali, aiutandoli fisicamente a contattare agenzie immobiliari. Insomma ad avviare il processo di inclusione.
Un servizio per il quale era stato pattuito un compenso di 150mila euro ma che “non è stato reso, o se lo è stato è solo parziale” ci venne dichiarato da chi è addentro alla questione.
Ma intanto i 400 ospiti del River sono ancorà là, senza acqua potabile, con gli scarichi che non funzionano, con nessuno che intende affittar loro un appartamento nonostante le garanzie economiche – ma solo per due anni – offerte dal Comune nell’ambito del piano di inclusione.
E dire che la chiusura del River era stata considerata un banco di prova di tale piano. Intanto lì in via Tenuta Piccirilli, dopo il nuovo prolungamento, i residenti si chiedono cosa succederà ancora dopo il 30 novembre.
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