“Come lo chiamiamo, insomma!” replicò il bimbo impaziente. La madre lo accarezzò, poi si voltò vero il marito e disse: “Nicola, lo chiameremo Nicola”. Franceschetto ci pensò su e poi disse: “Brava mamma! Mi piace…Nicola è proprio un bel nome”.
Non è un Nicola qualunque quello appena nato, è Cola di Rienzo. “Dalle ceneri e dal sangue”, Alter Ego Edizioni, 205 pagine di storia da dove la fantasia dell’autore prende spunto per raccontare una vicenda di vendette, sotterfugi e invidie.
Siamo nella Roma del 1300, il potere è in mano a poche famiglie: i Colonna, gli Orsini e i Caetani.
Federico Ciaccio, classe 87, romano di nascita, ha passato la sua adolescenza a Roma Nord dove ha fatto il liceo Classico. Si è poi trasferito a Viterbo dove si è laureato alla Tuscia in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico.
Appassionato di storia antica, ha scritto il suo primo romanzo che sta avendo un discreto successo.
La trama
Si comincia con un omaggio alla Storia dedicando le pagine iniziali alla morte di Alessandro Magno, focalizzando l’attenzione su un oggetto a lui molto caro: un anello. Un magnifico scarabeo egizio che dopo la sua morte passerà nelle mani di un suo grande amico e generale, Tolomeo.
Dopodiché, si passa al 30 a.c. e si piomba nelle stanze della regina Cleopatra, ultima sovrana d’Egitto.
Anche lei, come il grande Alessandro, è immortalata nei suoi ultimi istanti di vita. E anche lei, indossa un anello prezioso e pregiato che Ottaviano, futuro imperatore di Roma, le sfila e che poi indosserà lui stesso.
E così, con un salto temporale notevole si arriva alla Roma del 1300.
I nobili romani, ricchi possessori di terre e palazzi, hanno asservito interi rioni della città al proprio volere. Il papa è stato costretto a trasferire la propria sede ad Avignone.
Franceschetto e Cola di Rienzo sono due fratelli del rione Regola, malvisti dai Colonna per via dell’insubordinazione più volte mostrata nei confronti delle loro azioni malvagie.
La vendetta dei Colonna si scaglia sul fratello di Cola che viene ucciso e al quale viene rubato il prezioso anello, quello stesso che era stato di Alessandro Magno, di Cleopatra e di Ottaviano, trovato per caso da Franceschetto mentre lavorava sulle mura Aureliane.
Cola, dopo la morte del fratello e poi quella della madre lascia la città per continuare gli studi. Ma giura vendetta.
Anni dopo infatti, divenuto un rispettato notaio, personaggio ben in vista nel Comune di Roma, mantiene fede al suo proposito di vendicare il fratello e riportare Roma al suo antico splendore.
Ne parliamo con l’autore
La Storia che incontra la Fantasia: come è nata l’idea di raccontare di Cola di Rienzo?
“Questo libro è il racconto di un sogno” ci dice Federico; “il sogno di un giovane ragazzo, profondamente ed intimamente innamorato della sua città, che spera di poter restaurare e far risorgere Roma. Senza dimenticare di ritrovare l’anello, simbolo del potere”.
“Sono stato sempre attratto dalla storia personale di Cola di Rienzo, in particolare, ricordo, che la prima cosa che mi ha colpito, è aver saputo che suo fratello venne ucciso senza essere stato vendicato.
Ero curioso poi di sapere chi realmente fosse Cola di Rienzo, anche se devo dire che è molto difficile cercare di capire la sua figura e il suo operato politico.
Fatto sta quindi, che per la stesura di questo romanzo, ho unito storia e fantasia per poter ricostruire un quadro di Cola di Rienzo che fosse credibile anzitutto per me.
Ho cercato di rendere Cola un personaggio molto umano che subisce, nel progredire delle pagine, una crescita personale che lo porterà a cercare di migliorare se stesso e di restituire poi a Roma la dignità e l’ importanza che le spettava.
Il mio desiderio è quello di raccontare le vicende di personaggi più o meno noti e creare storie. Ci sono moltissime fonti storiche dalle quali poter attingere che aspettano solo di essere lette e messe in prosa”.
Amore fraterno, invidia e voglia di riscatto…
“Sono l’ultimo di una famiglia numerosa e forse, proprio per questo motivo, sono molto legato al sentimento di affetto che mi lega ai miei fratelli.
All’interno del romanzo, il rapporto fra Cola di Rienzo e suo fratello Franceschetto è alla base di tutte le azioni di Cola. Sarà proprio la morte di Franceschetto a far scattare nel protagonista un sentimento di vendetta e soprattutto di riscatto, sia personale sia della stessa città di Roma.
E’ questo dunque il significato del titolo Dalle ceneri e dal sangue: Roma era una città sola e vittima dei potenti. Cola era un giovane romano che amava profondamente la sua città e che quasi da solo, fu in grado di immaginare un futuro diverso. Immaginava una resurrezione di Roma, a partire della ceneri dell’Urbe e dal sangue di suo fratello”.
Ma ci tiene a dire Federico: “dobbiamo chiudere gli occhi e cercare di riuscire a scorgere una città dai colori un po’ cupi. I grandi monumenti romani sono immobili testimoni di un passato ormai dimenticato. In città svettano, alte e imponenti, le torri dei nobili romani, che con l’altezza di quelle costruzioni, incutono timore e soggezione”.
E sarà proprio in questa spirale di decadenza che Cola cercherà di porre un freno all’avidità dei baroni.
Una storia di coraggio, fatta di passioni contrastanti, invidie e amicizie profonde, sullo sfondo di una Roma spettrale, testimone muta di un passato glorioso. E soltanto Cola, forse, può salvarla.
Vale Tortò
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Lo leggerò sicuramente! In bocca al lupo a questo nuovo giovane scrittore!
Grazie