
Dopo le offese e le diffamazioni sono arrivati anche gli auguri di morte: il Comando Generale ha deciso di denunciare due persone che su Facebook avevano più volte insultato il Corpo e i suoi componenti.
La vicenda
Del fatto ne dà notizia il SULPL-Roma, organizzazione sindacale dei lavoratori di Polizia Locale, spiegando che lo scorso febbraio i due responsabili avevano commentato alcuni post presenti su Facebook scrivendo pesanti frasi e volgarità sia dirette al Corpo che agli agenti, aggiungendo anche una foto obsoleta non rispondente a verità, con il chiaro intento di diffamare la Polizia di Roma Capitale.
Il tutto, tra l’altro, era stato rilanciato da un famoso blog scandalistico, che aveva diffuso gli insulti su internet.
Convocati presso il Comando Generale, i due sono stati denunciati: costretti a nominare un avvocato di fiducia, riceveranno presto una comunicazione da parte dell’Autorità Giudiziaria.
A pochi giorni dal varo del nuovo profilo ufficiale Facebook, che si aggiunge a quello già attivo su Twitter, la Polizia Locale ha quindi iniziato ad tener d’occhio la rete e tutti coloro che rilasciano commenti o post offensivi, grazie anche alle segnalazioni provenienti dagli stessi agenti.
“Tutti coloro che utilizzano i social network devono assumersi la responsabilità di quello che scrivono. In qualsiasi caso venga a configurarsi un reato, interverremo sicuramente”, promette il Comandante Generale Diego Porta.
E’ diffamazione aggravata
A tal proposito occorre ricordare che scrivere un messaggio offensivo su Facebook è diffamazione aggravata, paragonabile a quella a mezzo stampa.
Lo ha stabilito la Cassazione con una sentenza di marzo 2016 sancendo una linea dura nei casi di offesa sui social network.
Una linea che dovrebbe limitare gli eccessi espressivi contrabbandati per libertà d’opinione che si contano a centinaia tutti i giorni.
Secondo la Cassazione dunque, “la condotta di postare un commento” costituisce “la pubblicazione e la diffusione di esso, per la idoneità del mezzo utilizzato a determinare la circolazione del commento tra un gruppo di persone, comunque, apprezzabile per composizione numerica”.
Lo ricorda anche il team di Facebook
Il merito di Facebook è essenzialmente quello della facilità di utilizzo. Chiunque è in grado di pubblicare qualcosa di proprio.
Purtroppo, spesso per superficialità a volte per ignoranza, si è indotti a pensare che il nostro mondo rimanga circoscritto alla schiera dei propri “amici” mentre in realtà tutto va a finire in un’enorme piazza virtuale.
Proprio per questo, con comportamenti non corretti si rischia seriamente di incorrere in reati civili e penali.
Forse ogni tanto vale la pena dare un’occhiata a questa pagina di Facebook – cliccando qui – nella quale viene elencato, in forma sintetica, quanto previsto dalla Legge Italiana sulle due due tipologie di reati in cui si può incorrere con un comportamento non corretto.
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Beneeee e ne sono felice, era ora che si passasse alle vie di fatto . Un grande applauso