A sinistra ci sono i resti di una villa di età augustea che era al centro di una grande proprietà agricola. A destra una discarica di rifiuti di ogni genere: materassi, sanitari rotti, materiale da risulta, sacchi stracolmi, stracci a quantità. Ma non sono di epoca augustea, è robaccia dei nostri giorni.
Siamo a Saxa Rubra, a due passi dal Centro Rai. Esattamente in via Enzo Tortora, già nota alle cronache per via dell’incendio che nel 2011 coinvolse alcuni capannoni e parte di una palazzina sede di una ditta di trasporti. Dopo il crollo di una parte del fabbricato, i vigili del fuoco determinarono la chiusura al traffico dell’intera via per ragioni di sicurezza. Solo dopo quattro anni, il 14 gennaio del 2016, via Enzo Tortora è stata riaperta al traffico.
Ma non solo al traffico se oggi quello che troviamo è uno scenario disgustoso, un vero pugno nello stomaco visto che quella discarica sta proprio davanti ad un sito archeologico di grande importanza storica ed artistica.
Chissà quanto studio e quanto lavoro per poter realizzare quel ponte con tanto di archi che facevano da acquedotto e che erano parte di una villa enorme.
Ci rechiamo sul posto alle 20 di giovedì 21 luglio e non facciamo in tempo a fermare la nostra auto che una donna di mezza età, ben vestita e truccata, si accosta e scende dalla sua.
Ha davanti a sé ben quattro cassonetti per la raccolta differenziata e una campana per il vetro. Ma niente da fare: con calma e precisione, abbandona un sacco esattamente tra un cassonetto e l’altro. Poi risale in auto e va via tranquillamente, noncurante di poter essere vista da qualcuno; c’è ancora luce e macchine e pedoni percorrono la via.
Ci avviciniamo, sembrano i resti di abitazioni dopo un terremoto. Invece è una lunga striscia di rifiuti, sono talmente tanti e diversi che per scattare delle foto ci dobbiamo arrampicare facendo attenzione a dove mettiamo i piedi.
C’è davvero di tutto: scarpe, vestiti, poltrone, sacchi di calcinacci, materassi, mobili fatti a pezzi, una vasca da bagno, water, seggiolini, elettrodomestici.
Ci avviciniamo ai cassonetti e la situazione non migliora. A terra, il sacco gettato dalla signora è andato a far compagnia ad altri. Accanto a loro, vecchi jeans, altri stracci e vecchie camice, pneumatici, sedie, e un quantità enorme di cartacce, perfino vecchi documenti di un’azienda.
Accanto ai cassonetti un cartello comunica che la zona è video sorvegliata. Eppure non vediamo nessuna telecamera, il bluff non ha dato risultati.
Certo, nulla di nuovo sotto al sole, tutta Roma è invasa dai rifiuti. Ma mentre c’è chi se la prende con le deficienze dell’AMA noi questa sera ce la prendiamo con altre “deficienze” e con altri deficienti.
Per rifarci gli occhi torniamo alla villa. Sta calando il sole e quei ruderi assumono colori particolari, colori d’altri tempi. A guardarli bene ci sembra di essere davvero in un’altra epoca: quella della suburra.
Valentina Ciaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA