Il fatto è accaduto ieri in via Cortina d’Ampezzo. Alle prime luci dell’alba il campanello di casa ha svegliato il giornalista Rai Ivano Liberati che si è trovato di fronte una donna in procinto di partorire e con bambina di un anno in braccio.
Accoltala in casa, pochi minuti dopo e con l’aiuto del giornalista e della moglie la donna, una filippina, ha dato alla luce una bambina sul tappeto del salotto dove era stata fatta stendere.
“Non è stato un parto facile perché la piccola aveva due giri di cordone ombelicale intorno al collo, era cianotica” ha raccontato Liberati a La Repubblica. “Mi sono fatto forza e gliel’ho tolto con le mani come se fosse una collana. Si è ripresa, per fortuna.”
Subito dopo è stato chiamato il 118 e mamma e neonata sono state ricoverate al Policlinico Gemelli. Ma da dove era arrivata?
Ivano Liberati, che ora sta cercando di aiutare la donna a trovare una casa per lei, il suo compagno, la neonata e l’altra figlia di un anno, ha denunciato pubblicamente la situazione che, a suo dire, era stata più volte segnalata negli ultimi tre mesi a Polizia e Vigili Urbani, lo stato disumano in cui viveva quella famiglia di filippini era inaccettabile.
E così si è scoperto che mamma incinta e bambina di un anno – il compagno vive altrove perchè fa il badante h24 e quindi si ricongiunge con la famiglia solo la domenica – vivono praticamente in tugurio, un piccolo locale nelle cantine del palazzo in condizioni pietose, addirittura con i fornelli per cucinare in bagno, accanto ai servizi igienici. E per poterci vivere pagano 300 euro ad un altro filippino.
“È una situazione pazzesca” sostiene Ivano Liberati “quando usciranno dall’ospedale dove andranno? Questa storia si deve conoscere, bisogna fare qualcosa!”
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Intanto i condomini del palazzo consapevoli che in cantina vivesse una donna con prole, dovevano chiedere conto al proprietario della cantina, all’Amministratore del condominio e poi denunciare ai servizi sociali e alla polizia. La cosa pazzesca è che in un quartiere “bene” possa accadere una cosa simile. Forse uno sguardo più disponibile verso il sottoscala avrebbe aiutato la povera mamma….
Forse la povera mamma ed il povero papà, non avendo dove abitare, potevano fare a meno di fare un secondo figlio, o no? Adesso tutta la comunità è colpevole di non essersi interessata del loro caso pietoso e si cerca chi paghi per i figli altrui….
La comunità, più specificatamente il condominio, è colpevole di consentire che nel suo palazzo ci siano persone che vivono in cantina. Contrario alla legge e al vivere civile.
Si certamente, secondo il suo ragionamento avrebbero dovuto “civilmente” mandarli per strada, magari a partorire a piazza San Pietro come successo di recente.
Invece secondo il suo non avrebbero dovuto fare il secondo figlio, come nella Cina comunista fino a qualche tempo fa.
Infatti, se non puoi mantenerli i figli non li devi fare, è troppo facile divertirsi, creare nuove esigenze e poi chiedere alla comunità di provvedere. La quasi totalità delle famiglie italiane fa uno o due figli perché sono quelli che possono mantenere In questo caso, poi, un figlio c’era già che soddisfaceva il desiderio di maternità e paternità e, se non hai mezzi il buon senso dice che ti devi fermare lì. E d’altra parte un profilattico costa infinitamente meno che mantenere un figlio.