Quando la canzone incontra il teatro e tutt’e due volano sulle ali della musica di Fabrizio De Andrè. È accaduto a Libri&Bar Pallotta, sabato 19 dicembre è andata proprio così. Nel bistrot-libreria di Ponte Milvio la “Compagnia di Teatro Canzone 4 Cambi” ha reso omaggio al grande cantautore scomparso nel 1999 con “Storie di un amico fragile”, originalissimo spettacolo dove musica e recitazione s’intrecciano fino a fondersi in un unicum per palati (e menti) sopraffini, tanto che anche Dori Ghezzi e Cristiano De Andrè, vedova e figlio di Fabrizio, ne sono stati felici quando videro l’anteprima.
Lo show è un’interpretazione immaginifica delle liriche del poeta/compositore genovese in un percorso sperimentale fatto di musica e parole.
In pratica, i testi di De Andrè vengono recitati mentre in sottofondo scorre un tappeto sonoro variopinto, con riletture in chiave acustica di brani d’epoca degli anni ’60, ’70 e ’80, da “Sound Of Silence” di Simon & Garfunkel a “Let It Be” dei Beatles fino a “Suzanne” di Leonard Cohen, “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin, “Paint It Black” dei Rolling Stones e “Roxanne” dei Police.
Il tutto suonato (e cantato) da un sestetto composto dal leader Francesco Proietti (voce e chitarra), Francesco Di Giovanni (chitarra e arrangiamenti), Marco Passeri (voce), Margherita Rampelli (voce), Veronica Vecchione (voce, flauto traverso) e Alberto Proietti Gaffi (percussioni).
Le “Storie di un amico fragile” sono tre: guerra, amore e diversità, e sono anche gli atti in cui la pièce è suddivisa. Tre temi su cui De Andrè ha scritto molto in carriera, qui presentati in veste inedita, con alternanza tra parti cantate e recitate, grazie alla versatilità e all’invidiabile preparazione della Compagnia guidata da Proietti.
Da una parte i musicisti, dall’altra gli attori. Ma tutti sanno fare entrambe le cose, sicchè il confine tra un’arte e l’altra diventa labile, quando non inesistente.
“Il progetto è nato nel 2011 – racconta lo stesso Proietti, che dello spettacolo è anche regista – originariamente come deriva di una compagnia di teatro e successivamente come band musicale, ed è il frutto dall’unione di alcuni musicisti provenienti da varie estrazioni – dal blues al jazz alla classica – e di un gruppo di attori professionisti accomunati dall’amore per l’opera di De Andrè”.
Un’opera a cui questo spettacolo rende senz’altro giustizia.
“Abbiamo cercato di rispettare ogni passaggio e mantenere il significato delle canzoni – spiega il fondatore dell’ensemble – aggiungendo qualcosa di nostro, ma solo in termini di emozioni. E per farlo abbiamo ripercorso tutto il suo repertorio, evitando le scontate interpretazioni ad effetto dei pezzi più noti, svolgendo un lavoro meticoloso di scelta per individuare i brani che meglio si prestavano al racconto e che fossero in grado di legare con le storie.”
“Recitare pezzi di grande spessore, come “Il Bombarolo”, “Nuvole Barocche”, “La Collina” o “Morire Per Delle Idee” è una suggestione che si ripete sul palco ogni volta nonostante il rigore richiesto dal testo, che il pubblico non solo apprezza, ma condivide entrando in perfetta armonia con musicisti e attori”.
Un gruppo che mostra grande affiatamento sul palco.
“Questo viaggio, iniziato tempo fa con un’idea pensata insieme da un gruppo di amici e di colleghi, è diventata una realtà, anche se come in ogni esperienza di viaggio, nel tempo, sono cambiati alcuni dei compagni fino ad arrivare alla formazione attuale”.
La band si esibisce principalmente, ma non solo, a Roma e nel Sud Italia, “e questo spettacolo – spiega ancora Proietti – lo portiamo tanto in teatro quanto nei locali specializzati in musica d’autore, come Fonclea, Alexanderplatz, Beba do Samba, Cantine Blues, ecc.”.
Uno spettacolo che è in divenire, visto che nuove idee si stanno aggiungendo strada facendo. “Nelle ultime repliche abbiamo iniziato un ulteriore percorso sperimentale, associando alcune coreografie pensate per sottolineare i momenti più intensi dello spettacolo. La prossima tappa – conclude il musicista – sarà aggiungere un paio di disegnatori per realizzare in diretta schizzi e figurazioni”.
Una delle idee più recenti è stato chiudere lo spettacolo a Ponte Milvio con un gustosissimo siparietto affidato ad una reinterpretazione che De Andrè fece di un brano di George Brassens. Qui però al posto della melodia originaria, “troppo triste per una serata prenatalizia” – ha suggerito Proietti nel presentarla – scorrevano in sottofondo le note di Jingle Bell Rock.
Insomma, degna chiusura di una serata ideale per chi ama viaggiare in direzione ostinata e contraria. E se ieri sera ve la siete persa, venerdì 8 gennaio è in programma una nuova replica, sempre nella stessa location.
Valerio Di Marco
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