“Ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar“, recita una delle strofe della poesia “San Martino” di Giosuè Carducci. Tutto il mondo è paese allora, perché non siamo nella Maremma pisana, ma tra le vie dello splendido borgo di Isola Fanese sulla Cassia.
Nella mattinata di domenica 13 dicembre i bambini della Parrocchia di San Pancrazio, tutti rigorosamente vestiti per rappresentare la Natività, sono diventati i protagonisti del presepe vivente.
Sono le 11 quando suonano le campane della Chiesa di San Pancrazio, la Messa è finita. In un silenzio ordinato escono tutti i bimbi che iniziano a percorrere le vie del piccolo borgo.
Ci sono proprio tutti, Maria e San Giuseppe sono i primi che vediamo, seguiti dai pastori con tanto di capra. Chiudono la fila i re magi, ultimi ma solo perché loro arrivano il 6 gennaio; ce lo dice serio uno dei tre re, piccolo ma sicuro di sé : “solo oggi facciamo il presepe vivente, non possiamo stare qui fino al 6 gennaio perché la notte fa freddissimo” .
La fila piano piano si scioglie; i bimbi a gruppetti si fermano ai lati delle viuzze e iniziano la loro recitazione. Chi lava i panni, chi raccoglie la legna, chi dà da mangiare alla capretta, chi lustra scarpe e chi dentro alla grotta si ferma attorno al bambinello.
Un quadro che prende vita: il borgo con le sue abitazioni, le vie ripide, la fontana e le colline intorno fanno da scenario perfetto ai piccoli attori.
“E’ da vent’anni che Isola Farnese non aveva più il suo presepe vivente”, ci racconta Maria Ida, una delle catechiste che assieme a Marco Petrelli ha deciso di dare nuovo inizio a questa usanza da anni lasciata nel dimenticatoio.
“E’ un motivo di aggregazione per i nostri bambini, dai più piccoli ai più grandi. Anche i genitori hanno collaborato, ognuno ha dato del suo per la realizzazione del presepe vivente. La vita del borgo oggi torna ad essere come tanto tempo fa, quando poco prima di Natale le viuzze diventavano parte integrante delle scene della Natività”
All’iniziativa, patrocinata dal XV Municipio, presente anche il presidente Daniele Torquati che si è detto felice di aver contribuito a far rinascere una tradizione che si era persa.
Ad ogni partecipante è stata lasciata una coroncina del rosario; a distribuirli due piccoli pastori che ringraziando per la partecipazione hanno augurato un Natale felice a tutti.
E ce ne andiamo anche noi, le nubi non son rossastre, ma in cielo vediamo “stormi d’uccelli neri, com’esuli pensieri, nel vespero migrar“…
Valentina Ciaccio
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