Ci sarebbe poca trasparenza nell’organizzazione dell’iniziativa Leggo in XV. Se alla stessa vengono invitate a partecipare solo alcune delle associazioni culturali iscritte all’albo municipale, a cosa serve quest’ultimo? E perchè solo quelle e non le altre? A chiederlo è Dario Antoniozzi, presidente della commissione trasparenza del XV Municipio.
“Questa è la lettera – scrive Antoniozzi – che ho inviato a tutte le altre associazioni iscritte all’albo chiedendo se l’iniziativa “LEGGO IN XV” l’avrebbero potuta fare anche loro”.
Nella stessa si ripercorrono le tappe della vicenda rendendo chiaro lo scenario anche a chi ne fosse all’oscuro.
“Gentile Associazione, con la Commissione Trasparenza che presiedo, stiamo verificando con quale criterio l’amministrazione municipale ha scelto il 21 ottobre di invitare a procedura negoziata 11 associazioni su 42 dell’albo delle associazioni culturali municipali ed il 10 novembre con una sua rimodulazione (in quanto la precedente e’ andata deserta), 11+1 (non iscitta all’albo).
L’iniziativa “LEGGO IN XV”, per la quale sono stai stanziati 5.000,00€, inizialmente prevedeva 10 eventi consistenti in presentazioni di libri e successivi dibattiti e laboratori sui seguenti argomenti: 1) Storia del territorio del Municipio; 2) 25 novembre (violenza contro le donne); 3) Prevenzione al bullismo, tabagismo, alcoolismo e all’intolleranza in genere; 4) Ricorrenza del 4 novembre (guerra mindiale); 5) Mafia capitale, trasparenza e legalità.
Invece, nel secondo invito gli eventi sono scesi a 5 e mantenuti solo i primi 3 argomenti.
Con la presente, Vi chiediamo se con il vostro curriculum/statuto avreste potuto partecipare al succitato invito. Restiamo a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti e approfondimenti del caso“.
“A questa lettera – conclude Antoniozzi – hanno già risposto positivamente tre associazioni e una ha già scritto al Municipio. Quanto prima riferirò in comissione.”
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Provo ad estendere il ragionamento di Dario Antoniozzi
Non mi “limiterei” a chiedere perché sono state invitate solo alcune delle Associazioni iscritte all’Albo Municipale e non altre (già di per sé gravissimo)
La domanda da porsi è: perché non è stato fatto un Bando Pubblico ?
In un ottica di “trasparenza”, “pluralità” e soprattutto “qualità” del servizio richiesto, perché non allargare l’orizzonte a soggetti che avrebbero potuto proporre idee e iniziative multiformi e maggiormente eterogenee ?
Perché, anche dopo la prima “gara ad inviti”, andata deserta, non è stata presa in considerazione l’idea di interpellare altri soggetti, diversificando la richiesta?
Questo è, a mio parere, l’aspetto più riprovevole.