Condannato a sei mesi Said Salah Ibrahim Allam, il giovane egiziano che due giorni fa, in via di Valle Muricana, ha aggredito a calci e pugni un carabiniere che gli aveva chiesto i documenti d’identità. L’accaduto dopo alcuni sospetti venuti al militare che aveva casualmente ascoltato una conversazione presso un fruttivendolo.
“Ragazzi questo è il nostro momento” così ha esordito il giovane egiziano con alcuni conoscenti lì presenti, discutendo sull’attentato parigino di poche ore prima.
La dichiarazione, considerato il clima di tensione in questi giorni, ha subito messo in guardia il Carabiniere lì sul posto. Ma alla richiesta di mostrare i documenti, il militare ha ottenuto di risposta un pugno al naso e sei giorni di prognosi.
“Vivo qui da 20 anni – ha risposto l’egiziano alla richiesta – non devi permetterti di chiedermi nulla sulla mia vita”. “Bene, allora chiamiamo una pattuglia per farti identificare” ha incalzato il carabiniere. Ma appena si è girato il ragazzo l’ha aggredito alle spalle.
Fortunatamente i compagni dell’imputato sono intervenuti aiutando subito il carabiniere che dopo ha dichiarato di aver provato a divincolarsi ma che nella colluttazione è inciampato su alcune cassette cadendo a terra mentre il giovane egiziano continuava a colpirlo sul volto.
Said Salah Ibrahim Allam è stato arrestato poco dopo con l’accusa di lesioni, minacce e resistenza contro un pubblico ufficiale. Il giudice Tiziana Gualtieri l’ha condannato a scontare 6 mesi di reclusione. Per quanto riguarda i sospetti sul coinvolgimento del giovane egiziano, i carabinieri hanno perquisito la sua abitazione ma non è stato riscontrato nulla.
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