Il panorama musicale romano è pieno di giovani band, ma imbattersi in una i cui componenti sono di Labaro, Ponte Milvio e Prati e che propone cover di brani di film della Disney è un caso più unico che raro. Loro sono Lo Stretto Indispensabile, originalissimo sestetto di Roma Nord, che dal 2012 fa ballare al ritmo de “La Sirenetta”, “Gli Aristogatti” e il “Re Leone”. Ovviamente in chiave rock.
E Vignaclarablog.it non ha voluto perdere l’occasione di intervistarli a pochi giorni dal concerto che terranno a fine mese al Lucca Comics.
Di band che suonano le sigle dei cartoni animati ce ne sono tantissime, ma non si era mai sentito qualcuno che rifacesse brani della Disney
Infatti esistono molti gruppi in italia che suonano cover di sigle di cartoni giapponesi, ma quasi nessuno che si sia cimentato nei brani delle produzioni Disney. Il nostro batterista era ed è un grande fan di queste e coltivava l’idea del gruppo già da tempo, aspettando solo di trovare gli elementi giusti.
E’ stato determinante il giorno in cui gli hanno riferito di Filippo (cantante), di cui già conosceva il grande talento vocale: “Calcola mi sa che è fissato con la Disney quasi più di te!”.
Siete nati con questo scopo o suonavate altro all’inizio?
Siamo nati assolutamente con questo intento, anche se poi la band è nata come fusione di altri tre gruppi (Level, Las Vegas Wake Up e Sound In Progress) in cui suonavamo ai tempi del liceo, e con i quali ci siamo tolti diverse soddisfazioni. Ognuno di questi gruppi vede due rappresentanti nel nostro.
La produzione Disney è immensa, come scegliete i brani da suonare?
Ci auto-imponiamo delle regole ben precise: finchè un prodotto presenta il marchio “Disney” non ci facciamo problemi a prenderlo in considerazione, che sia un film o un corto. Tuttavia, come questo non è più presente, non siamo “autorizzati” ad eseguirne i brani, motivo per il quale non ci vedrete mai suonare pezzi di “Anastasia” (film della Fox fin troppe volte equivocato per un film Disney) o dei “Pokemon”.
Però ci mettete anche molto del vostro nella reinterpretazione dei pezzi
Ci teniamo molto a che il nostro spettacolo non sia soltanto un’occasione per rivivere la propria infanzia, ma anche un concerto di alto livello musicale. Per questo motivo cerchiamo, quando possibile, di re-interpretare i brani nel maggior numero di generi musicali, senza imporci limiti di nessun tipo.
Per esempio, c’è un momento fisso dello show in cui assumiamo un assetto di tipo “jazz” con clarinetto e contrabbasso, ma in passato abbiamo anche dato vita ad una sfida rap tra Aristogatti! Va detto che forse, tirando le somme, c’è una lieve predisposizione verso il rock.
Ci sono maschere e cambi d’abito in scena: il vostro è uno spettacolo a 360 gradi…
Cerchiamo sempre di fare in modo che il concerto sia un vero e proprio spettacolo e che fluisca in modo tale da non far perdere mai l’attenzione allo spettatore. E a volte questo significa anche far indossare una maschera da cavallo al chitarrista.
Il 30 ottobre suonerete al Lucca Comics. Potete anticiparci qualcosa?
La possibilità di suonare al Lucca Comics rappresenta per noi l’apice di questi tre anni di attività. Decidere cosa suonare è stato molto difficile, considerato che avremo mezz’ora a disposizione, al contrario delle solite due ore cui siamo abituati.
Alla fine abbiamo stilato una scaletta “best of” che possa dare la giusta impressione di quella che è la nostra band e che speriamo metterà d’accordo tutti.
Suonare cover è divertente, ma vi è mai venuta voglia di scrivere materiale vostro?
Abbiamo tutti preso parte a progetti in cui scrivevamo pezzi propri e tre di noi, essendo musicisti a tempo pieno, lo fanno tuttora. Questo gruppo nasce però solo ed esclusivamente come Disney Tribute Band e – se non consideriamo la suddetta rielaborazione rap degli Aristogatti, con strofe originali scritte dal nostro chitarrista Andrea Giovalè – ci limitiamo a quello.
Quanto più una band è numerosa tanto più è difficile pianificarne le attività. E’ così anche per voi?
Assolutamente. Siamo residenti tra Labaro, Ponte Milvio e Prati, ma negli ultimi tre anni il batterista ha studiato a Londra, mentre il cantante ed il tastierista tuttora studiano rispettivamente a Perugia e a Pisa, per cui vi lasciamo immaginare…
Abbiamo avuto la fortuna di aver provato molto nei nostri primi sei mesi di attività, in cui abbiamo consolidato il grosso (e, se vogliamo, “lo stretto indispensabile”) del repertorio, e di essere musicisti tutto sommato preparati, per cui quando ci incontriamo si tratta di definire eventuali aggiunte e rispolverarci un attimino. Con qualche sacrificio ci si arrangia!
Stare in una band comporta anche una serie di rituali, tipo usare sempre la stessa sala di registrazione o avere dei locali preferiti dove esibirsi.
Beh in effetti come sale prove noi abbiamo sempre provato in Prati, mentre a livello di locali qui a Roma Nord abbiamo due piccole gemme come la Locanda Blues ed il Crossroads.
E in quanto a scena musicale come si colloca Roma Nord secondo voi?
Per quanto riguarda le band, non ti sapremmo dire se ce ne sono di più qui come a Roma Sud nè chi sia più bravo, ma sicuramente tutta la scena underground romana si sta sviluppando molto bene negli ultimi anni.
Valerio Di Marco
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