Ricordare per imparare il coraggio e l’altruismo. Mercoledì 16 settembre, alla scuola Giampaolo Borghi di Valle Muricana, in zona Prima Porta, si è svolta la manifestazione in ricordo del giovane ausiliario dei Vigili del Fuoco, da cui l’istituto prende il nome, che perse la vita per salvare gli abitanti di Labaro e Prima Porta durante l’alluvione del 1965.
Presenti, oltre ai docenti e agli studenti, alcuni rappresentanti del Vigili del Fuoco, l’Assessore alla cultura e alla scuola del XV Municipio, Alessandro Cozza, e il presidente del Consiglio Municipale, Luigina Chirizzi.
Piovve per giorni, fece una quantità di acqua paragonabile a quella di due mesi, lo stato era di massima allerta. I Vigili del Fuoco lavorarono per 48 ore consecutive, senza mai cedere, ma non erano abbastanza. Così, si decise di coinvolgere gli ausiliari: giovani senza esperienza, ma forti e tenaci. Tra loro, quel 2 settembre del 1965, vi era anche Giampaolo Borghi, morto trascinato via dalle acque del fiume insieme ad altre 12 persone.
Oggi, all’ingresso della scuola Giampaolo Borghi, c’è una mezzobusto che ritrae le fattezze di quel venticinquenne temerario, e proprio lì davanti si è svolta la manifestazione in suo ricordo, breve ma intensa ed emozionante, come fu la sua vita.
“Fu una disastrosa alluvione in cui persero la vita 13 persone.” Ha spiegato Loredana Garritano, dirigente scolastico dell’istituto. “Borghi era un ragazzo con l’entusiasmo tipico dei ventenni che al meglio ha svolto il suo servizio. È stato coraggioso e generoso verso gli altri. Non chiediamo ai nostri ragazzi di compiere questi gesti eroici, ma di farsi alimentare dagli stessi valori e principi: impegno, perseveranza, generosità, altruismo e dedizione al lavorare.”
“In questa occasione, – ha continuato Garritano – inauguriamo anche il Laboratorio di Arte in ricordo del professore Angelo Pieraccini, insegnate di Storia dell’Arte, venuto a mancare l’anno scorso”.
In rappresentanza dei Vigili del Fuoco, è intervenuto Claudio Garibaldi.
“Sembra una storia piccola, ma racchiude in sé un grande esempio. Quel giorno di cinquant’anni fa 4000 persone persero tutto. Questa era una zona già povera, fatta di case piccole e basse, e vennero completamente allagate. Giampaolo Borghi scelse di compiere il servizio militare nei Vigili del Fuoco e lo mandarono a Capannelle.
Vista la situazione d’emergenza vennero chiamati i ragazzi dei corsi, ma non scelsero il reparto di Borghi, fu lui chiedere con insistenza di essere mandato. Aveva voglia di avventura e si mise in gioco, ma non aveva fatto neanche un giorno di servizio, non aveva l’esperienza e non avrebbe dovuto rischiare.
Mentre pianificavano il soccorso di alcune persone rimaste isolate dall’acqua, Borghi si spostò di due metri, mise il piede nel punto sbagliato e fu portato via dalla corrente. Il suo corpo non fu più ritrovato. Borghi non va ricordato come un eroe, ma come una persona coraggiosa che si mise in gioco per salvare gli altri.”
Mentre veniva svelata la targa commemorativa sotto la statua, donata dall’officina La Flaminia, gli studenti hanno mostrato alcuni cartelloni con foto di del giovane Borghi e dei danni che causò l’alluvione e hanno letto dei pensieri riguardo al significato della parola coraggio, chiusi con una toccante testimonianza da loro raccolta: “una donna vide il padre mentre il fiume lo trascinava lontano, ma non poté fare nulla, perché con le mani e coi denti reggeva suo figlio”.
L’Assessore Alessandro Cozza si è rivolto direttamente ai ragazzi: “Oggi ricordiamo due persone, un giovane vigile e un professore, due persone apparentemente lontane, ma accomunati dall’aver scelto di mettere la propria vita al servizio per gli altri. Fermiamoci a riflettere su che vita vogliamo da grandi, su che scelte vogliamo compiere”.
Infine, è intervenuta Luigina Chirizzi, presidente del Consiglio del XV Municipio: “Ringrazio i docenti per il loro impegno e gli studenti per la serietà con cui hanno preparato questa commemorazione. Ma voglio anche sottolineare che questo episodio porta all’attenzione una fragilità del nostro territorio, la messa in sicurezza, importante oggi come all’ora”.
Giampaolo Borghi voleva salvare delle vite, la furia del Tevere non glielo permise, ma il suo ricordo ha insegnato a molti a vivere.
Giulia Vincenzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA