Si definisce un motore diesel e la sua grinta la porta a dividersi ogni giorno tra il palcoscenico e il lavoro d’ufficio. Emilia Marra, bella e brava attrice, è cresciuta all’Aventino, poi si è trasferita a Roma Nord per amore e qui, in via Cortina d’Ampezzo, è rimasta anche quando l’amore è finito. Perchè poi ne è sbocciato un altro, quello appunto per Roma Nord.
Emilia Marra è un’attrice professionista in bilico tra due vite: il pomeriggio lavora in uno studio legale che si occupa di diritto internazionale, cinematografico e sportivo, mentre il resto del tempo lo dedica alla recitazione.
“È un po’ faticoso conciliare tutto, ma non essendo particolarmente conosciuta non ho la possibilità di fare un lavoro solo. Questa situazione, però, mi ha permesso di formarmi come persona, ho imparato cosa vuol dire lavorare e saper incastrare tutti gli impegni, anche se ci sono dei prezzi da pagare nel non essere sempre disponibile. Ma si può fare, quando si è spinti dalla passione”.
Diesel ma tenace
I primi passi nel mondo del teatro li ha compiuti a venticinque anni, già lavorava nello studio legale, faceva l’università, ma la sua vita ancora non aveva preso una vera direzione.
“A un certo punto ho avuto una specie di illuminazione, – ci racconta – ho capito cosa desideravo fare nella vita e mi sono iscritta in una scuola di teatro. Senza avere grandi pretese o slanci, mi sono abbandonata a quello che sentivo per vedere se era vero. Ora posso dire che era la cosa giusta”.
Reticente a sgomitare per farsi notare, competitiva solo con sé stessa, quei passi non potevano essere che in punta di piedi: “È stato è un percorso molto tranquillo, lento. Io sono un diesel, non un motore che romba e fa sentire la sua potenza. Ma ho continuato per questa strada, scontrandomi anche con tanti aspetti, in primis con il mio carattere, non sono competitiva ma esigente con me stessa. Mi sono assecondata, ho cercato di conoscermi e mi sono accettata; mi sono detta: andrò dove sarà giusto che io vada, e intanto vado”.
“Essere attore ti dà la possibilità di vivere ciò che non sei attraverso l’idea che tu ti sei fatto di determinati personaggi, di determinati stati dell’essere umano. L’idea deve poi diventare fisica, quindi studi gli atteggiamenti e i modi di pensare. Ciò che mi piace di più è, però, il lavoro sulle emozioni, è questo ciò che inseguo, è questo il mio condicio sine qua non, non la fama o il denaro”.
Una lunga carriera tra cinema e teatro
Oltre al teatro, Emilia Marra ha recitato in numerosi film con registi italiani e internazionali, spaziando tra il cinema e la televisione, passando per il doppiaggio.
La ricordiamo, per esempio, in La Meglio Gioventù, di Marco Tullio Giordana, e in Pasolini, di Abel Ferrara i Federico Zampaglione; e in diverse fiction, come Carabinieri, Incantesimo e Un medico in famiglia.
Tra teatro e cinema quale preferisci? “Sono due cose diverse, – ci risponde decisa – un attore lo deve sapere e a me piacciono entrambe, ognuna per le sue particolarità. Il teatro non si può fare senza passione, è molto faticoso e richiede grandi sacrifici. Ogni volta che si va sul palcoscenico è un botta di adrenalina. La recitazione va adatta a quella che è l’esigenza del teatro e a quello che richiede in quel momento, quindi all’epoca che deve rappresentare, al linguaggio da adottare, all’autore che si porta in scena, che deve essere rispettato”.
“Invece, con il cinema è diverso, si toccano altre corde. Del cinema mi piace tutto e conosco di esso un po’ tutto, perché nel mio altro lavoro si guarda al cinema da un punto di vista produttivo. Sapere ciò che è dietro al cinema credo sia importante per un attore, sapere quanto lavoro, quante persone, quante dinamiche ci sono dietro alla preparazione di un film, perché nel momento in cui si gira si è già nella parte finale”.
In questi giorni, fino al 16 maggio, Emilia Marra è in scena al Teatro degli Audaci nelle vesti di Tamara, una lavandaia di Berlino Est, per la commedia “Oltre la soglia del pulito”, diretta da Flavio de Paola.
“È una commedia molto divertente, che tratta in chiave comica un argomento importante come quello della libertà. È la storia un gruppo di persone che si ritrovano nella scenario di Berlino Est negli anni settanta, quindi persone che, come sappiamo, si sono ritrovate nell’altra metà della città e hanno dovuto rinunciare a lasciare un pezzo della loro vita e dei loro affetti”.
Dall’Aventino a Roma Nord
“Sono cresciuta vicino all’Aventino e sono arrivata a Roma Nord a causa del cuore, perché il mio fidanzato abitava in questo quartiere. Poi, quando la relazione è finita, sono rimasta e ora vivo in via Cortina d’Ampezzo. Devo essere sincera, una parte di me sarebbe voluta tornare dove ero cresciuta, ma alla fine mi ero ambientata, i costi erano inferiori rispetto al centro di Roma e, soprattutto, ormai mi sentivo a casa”.
Oggi, Emilia adora Roma Nord, tanto da vederne solo i pregi, lo definisce “un quartiere all’avanguardia con gente splendida e dove tutto funziona”.
Ma, come spesso capita, ha imparato ad apprezzarla col tempo: “All’inizio ero un po’ diffidente nei confronti delle persone che vi abitavano. In effetti, a volte trovi il classico parvenu immerso nel suo status symbol e dai modi arroganti , ma questo è un aspetto irrisorio, è un quartiere eterogeneo dove ho conosciuto belle persone. I difetti sono molto pochi e appartengono al vivere una città.
Questo quartiere mi ha accolto in un momento in cui mi sono ritrovata da sola, desiderando di tornare nei miei luoghi d’infanzia, senza avere la possibilità di farlo, e mi ha donato quelle sicurezze che mi mancavano.”
Per il futuro Emilia ha molti progetti, sia per il teatro sia per il cinema. “Sono molto carica, ho acquistato maggiore sicurezza in me stessa e sono pronta per nuove avventure”.
Giulia Vincenzi
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