“Da anni, come PdCI, siamo in campo per la riunificazione dei comunisti in un unico grande partito che torni ad essere egemone nel paese e utile ai lavoratori. Per questo abbiamo voluto dare una scossa e alla Conferenza nazionale del PdCI abbiamo deciso di riprendere nome e simbolo del partito fondato da Gramsci nel 1921 a Livorno.” Così, in una nota, il PdCI sezione Labaro.
“Non l’ennesimo partito piccolo e settario, ma una nuova forza che punta all’unità dei comunisti in un fronte ampio della sinistra di cui l’Italia ha sempre più bisogno. Anche a Labaro – spiega la nota – la nostra sezione partecipa attivamente a questo progetto, continuando il grande lavoro che tutti i giorni portiamo avanti sul territorio. Chi ha un grande passato detiene il futuro e noi siamo pronti a tornare grandi. Invitiamo tutti i cittadini – conclude il comunicato – a lottare insieme a noi per un Municipio migliore, per un’Italia migliore.”
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In una democrazia, a quanto pare, ognuno è libero di pensarla come vuole e politicamente di credere in una qualsivoglia ideologia; il ritorno ad un Partito Comunista, dopo che il comunismo ha mostrato il suo totale fallimento in ogni angolo del mondo, suscita però qualche perplessità. Non solo il comunismo è stato un fallimento economico ma si stima che nella sola Europa abbia provocato non meno di 20.000.000 di morti (e parliamo solo dell’occidente). Ad esempio a proposito di Togliatti, capo indiscusso dei comunisti italiani e vice-presidente del COMINTERN, Ernesto Galli della Loggia il 13 agosto del 2014 scriveva sul Corriere: “Divenne dunque un fedele funzionario dello stalinismo caricandosi volenterosamente per anni e anni di tutti i misfatti che un tale ufficio comportava…..piena condiscendenza nello sterminio del gruppo dirigente del PC polacco e di tutte le altre cruente eliminazioni ordinate da Stalin”.
Ai “compagni” della sz. di Labaro auguro buon lavoro……..contenti loro….