“Per ogni cosa c’è un posto, ma quello della meraviglia è solo un po’ più nascosto”, scrisse in un suo pezzo il cantautore romano Niccolò Fabi. È questo il primo pensiero suggerito dal murales dello street artist Jerico, un’opera di rara bellezza realizzata nel cuore di Labaro a lato dell’ex cinema Harlem.
Proprio camminando per via del Labaro, è lì che spunta un esempio d’arte urbana: nascosto in una viuzza da occhi indiscreti, al contrario il murales rapisce l’attenzione dei passanti per la sua espressività.
Tre volti completamente diversi l’uno dall’altro, tre età distanti e tre sguardi pieni di significato.L’uomo più anziano, quello dal volto arcigno, ricorda quasi un anziano Clint Eastwood, gli altri due hanno sguardi languidi e commoventi.
Da qualche mese si affacciano sulla strada fra i finestroni dell’Harlem grazie all’estro di Jerico, artista di origini filippine, figlio di immigrati che vive e lavora a Roma con la sua arte e creazioni. Attualmente due sue opere sono esposte al The Pitiless Gaze Of Hysterical Realism del The Popping Club di Roma, ma è già molto apprezzato nonostante la giovane età (soli 20anni!).
Per esempio, lo scorso 9 novembre lo street artist ha realizzato una sua opera inedita per il teatro Palladium per la celebrazione dei 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, in un gemellaggio tra il quartiere della Garbatella e quello berlinese di Kreuzberg.
“Dipingo su un muro simbolico per rappresentare lo sguardo di speranza che va oltre ogni muro. Ieri come oggi: abbattuto Berlino, è stato alzato Gaza”, così commentò la realizzazione dell’opera durante l’evento.
Come si apprende dalla sua pagina facebook Jerico è un artista nomade: lascia il segno per le strade di Roma, da quelle più vissute e selvaggiamente metropolitane come Garbatella e via Casilina, a quelle più turistiche come il Testaccio, o residenziali come Roma70, perfino lungo “El Raval” a Barcellona.
Ad alcune strade ha regalato sguardi nostalgici e delicati, ad altre volti dormienti, animali esotici o autoritratti.
Nell’universo di significati che l’artista avrà sicuramente attribuito alle sue opere, ci chiediamo se quegli sguardi malinconici impressi sull’Harlem siano collegati con lo sfondo che Jerico ha scelto per realizzarli: ormai decadente, l’ex cinema appare edificio fantasma abbandonato a se stesso, sul retro crescono erbe e calcinacci, apostrofati dagli sguardi di quei tre volti tanto diversi fra loro.
Qual è allora il messaggio lasciato dall’artista? Semplice tentativo di decoro urbano oppure richiamare l’attenzione su uno degli scheletri più discussi nel territorio di Labaro? Che la risposta si trovi nello sguardo di rimprovero di uno di quei volti, testimone silenzioso dell’abbandono edilizio?
Barbara Polidori
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Il dipinto dell uomo anziano è il ritratto di zio pippo grazie per averlo fatto è una gioia poterlo ammirare mille volte grazie carla
I lavori di Jerico mi sembrano di notevolissimo spessore artistico. Proprio per questo mi spiace che lui stesso si vada a confondere con chi imbratta i muri e sporca la città. Con tutta la simpatia per zio Pippo.
grazie per il dono che mi hai fatto. Tiro su la serranda e trovo occhi gentili di un ragazzo invece di calcinacci e amianto. Tanta fortuna per te Jerico, e tanta vita