….Anche merce di dubbia provenienza. Ogni venerdì mattina ai piedi del Monte Antenne il piccolo piazzale antistante la Moschea si trasforma in un colorato mercato; si vende un po’ di tutto ma soprattutto kebab, spiedini e frutta secca. I venditori ambulanti sono per lo più marocchini ma anche tunisini e algerini, avvolti, per proteggersi dalla pioggia, nei loro caratteristici “burnus”.
In questo piccolo bazar, oltre al cibo, è possibile trovare anche testi in lingua araba, CD, stuoie e pietre colorate; si tratta per lo più di oggetti che possono essere acquistati per pochi euro. I clienti sono soprattutto cittadini del Nord Africa, pochissimi gli italiani.
Eppure questo minuscolo mercato, all’ombra della splendida cupola con minareto, opera dell’architetto Portoghesi, non è privo di fascino: un microscopico lembo di terra che ha gli odori del gran-bazar di Istanbul.
Dietro le semplici bancarelle, dove si vendono anche ciuffetti di menta, siedono uomini barbuti e donne con il capo avvolto nel velo; sono tutti molto gentili e non hanno nessuna difficoltà a lasciarsi fotografare.
Il mercato negli ultimi anni è stato però invaso da un gran numero di “svuota cantine” che sono soliti esporre la loro povera merce lungo il marciapiede che costeggia la Moschea; un mercato nel mercato.
Per evitare che il Viale della Moschea si trasformasse in una seconda Porta Portese da tempo, il venerdì, i vigili presidiano la via scoraggiando il tal modo la vendita di oggetti di dubbia provenienza.
Anche venerdì 6 febbraio la Polizia Locale era in servizio nei pressi della Moschea: un auto e tre vigili.
Nonostante la loro presenza l’attività di vendita illegale non sembrava però interrompersi; armati di carrelli della spesa, di grossi borsoni o di semplici buste di plastica, numerosi personaggi vendevano la loro merce a nemmeno cento metri dal mercato.
E’ sufficiente passare accanto ad una di queste persone per osservare dalle borse o buste spalancate per un istante, gli oggetti in vendita: c’è roba di ogni genere ma soprattutto borse e portafogli.
Quale sia l’origine di questa merce è difficile dirlo; forse vecchiumerie provenienti da polverose cantine. Ma ci è rimasto il dubbio, vedendo quel portafoglio Fendi, che forse la provenienza potrebbe anche essere diversa. E allora oltre alle divise perché non mandare anche un agente in borghese?
Francesco Gargaglia
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