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Domenica si corre per Miguel e per altri trentamila come lui

Galvanica Bruni

corsa-di-miguel-logoDici “Corsa di Miguel” e la mente torna inevitabilmente alla fine degli anni Settanta, o meglio, a quegli anni a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta nel corso dei quali in Argentina comandavano i generali. Altro che mundial di calcio, lustrini e paillettes, l’Argentina era un Paese dove ci si scontrava col muro di gomma della “giustizia di parte” e Miguel Sanchez, uno di quei trentamila desaparecidos che scomparvero dal giorno alla notte senza mai far ritorno a casa.

Perché… “contro la dittatura?”… o “altro?… poco importa. Scomparvero e basta.

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Ecco, quel cereo ricordo di un pianeta sordo al pianto dei parenti degli scomparsi oggi viene rammentato dalla gara dedicata al poeta-podista Miguel, in programma il 25 gennaio a Roma e nata grazie alla volontà di un giornalista della “Gazzetta dello sport”, Valerio Piccioni, che si è mosso per mari e per monti al fine di dare uno start alla competizione.

Che poi competizione vera e propria non è, serve più che altro per dire “noi non dimentichiamo”. Perché tranne chi l’organizza sfido chiunque a ricordare chi ha vinto lo scorso anno la “Corsa di Miguel”, nata nel Duemila, anno in cui qualche coscienza un po’ s’è decisa a pensare e a ripensare a quel che è stato e che non dovrà più essere.

Sì, è vero, un anno fa c’è stato pure il record italiano di arrivati per una corsa su strada su questa distanza, furono 4.674 a tagliare il traguardo della competitiva nel 2014.

Ma lungi dal partecipare alla “Corsa di Miguel” per vincerla. Qui si partecipa e si ricorda, si ragiona e si riflette.

Si parte alle 9 e 30 da piazzale della Farnesina e si arriva allo stadio dei Marmi: dopo il via dal piazzale della Farnesina e il passaggio sui lungotevere con l’attraversamento di ponte Duca d’Aosta e ponte Risorgimento, il tracciato si sposta sulla pista ciclabile di via Capoprati e, a seguire, si sbarca su ponte Milvio, vero e proprio simbolo della manifestazione.

Poi, dopo il passaggio su ponte Duca d’Aosta, c’è l’ingresso nel Parco del Foro Italico, si passa nello stadio Olimpico e si va a tagliare il traguardo in quello che oggi viene chiamato anche stadio Pietro Mennea.

Dieci chilometri per gli allenati della “competitiva”, cui s’aggiunge la “non competitiva” di quattro chilometri, la “Strantirazzismo”, con partenza alle 10 e 45 dal ponte della Musica e percorso tracciato all’interno del Parco del Foro Italico con arrivo, anche in questo caso, allo stadio dei Marmi.

Moremassi

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